Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

Quale impatto ha il degrado dell’ambiente sull’essere umano? È una domanda carica di angoscia che Papa Francesco si pone (43). Focalizza l’attenzione sul vivere disordinato nelle città e nei quartieri congestionati e disordinati, senza spazi di verde (44). Non esita a denunciare la privatizzazione degli spazi della bellezza e dei quartieri residenziali ecologici riservati a pochi (45), la pesante ricaduta di alcune innovazioni tecnologiche sulla disoccupazione, l’aumento della violenza, del narcotraffico, del consumo crescente di droga fra i giovani, “sintomi di un vero degrado sociale, di una silenziosa rottura dei legami di integrazione e di comunione sociale” (46)...

Tre questioni vengono poste sotto osservazione dall’enciclica Laudato si’. Anzitutto la questione del clima che sta dando segnali da non sottovalutare: “Siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. […] La maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di gas serra […]. Ciò viene potenziato specialmente dal modello di sviluppo basato sull’uso intensivo di combustibili fossili, che sta al centro del sistema energetico mondiale” (23). Ma la sua parte di colpa va riconosciuta pure alla deforestazione (cf 23).

Il primo capitolo dell’enciclica Laudato si’ è costituito di ben 44 paragrafi. Fa una analisi al microscopio elettronico dell’attuale situazione ecologica globalizzata. Cose allucinanti, che non possono lasciare nessuno indifferente. Papa Francesco si fa voce dei «gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo» (53)...

Papa Francesco nell’introduzione dell’enciclica Laudato si’, articolata in sedici paragrafi, definisce la terra sorella e madre. Ma “questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla” (2).

Attraverso il nostro settimanale Verona Fedele, in occasione della sua pubblicazione, ho presentato l’Enciclica Lumen fidei, scritta, come fu osservato, a due mani, cioè da papa Benedetto e da papa Francesco. A suo tempo ho presentato l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, opportunamente fin da allora definita la “mappa del pontificato di papa Francesco”. Ora, come pastore della nostra diocesi, sento il dovere di presentare l’Enciclica di papa Francesco Laudato si’, per invogliarne la lettura...

Le denominazioni, potremmo definirli anche sinonimi, della Messa sono numerosissime (cf CCC 1328-1332). Partiamo dalla più conosciuta e usata: “Eucaristia”, che evoca il senso del rendimento di grazie a Dio per il super dono del pane e del vino divenuti segni sacramentali della presenza di Cristo Crocifisso Risorto, Salvatore e Signore...

Un aspetto molto importante dell’Eucaristia e pochissimo conosciuto, appunto perché trascurato, è quello che riguarda il suo rapporto con il mondo dei risorti. Come infatti precisa una antica preghiera, l’Eucaristia ha una triplice dimensione temporale in cui si esprime come potenza di salvezza: il passato come memoriale, il presente come comunicazione dei beni di salvezza contenuti nell’Eucaristia, e il suo essere pegno del mondo futuro, il mondo dei risorti in Cristo: “O sacro convito nel quale ci nutriamo di Cristo, si fa memoria della sua passione; l’anima è ricolmata di grazia e ci è donato il pegno della gloria futura” (CCC 1402).

Il Catechismo della Chiesa Cattolica molto opportunamente evidenzia i frutti dell’Eucaristia-Comunione nel cuore dei credenti. Come a dire che se ricevuta nei modi più convenienti, con intensità di fede, l’Eucaristia diventa davvero nostro cibo spirituale che ci trasforma sempre più in Eucaristia, cioè in dono di amore...

Se l’occhio fisico ci fa vedere nella immediatezza in quella realtà che noi chiamiamo Eucaristia pane e vino, l’occhio della fede ecclesiale si spinge molto oltre e ci fa entrare in contatto con la realtà, invisibile, del vero contenuto dell’Eucaristia in quanto celebrazione liturgica per eccellenza.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ce ne presenta tre dimensioni. Anzitutto l’Eucaristia “come azione di grazie e lode al Padre” (CCC 1359-1361). Già il termine “Eucaristia” sta ad indicare il rendimento di grazie al Padre per l’opera della creazione e per l’opera della redenzione-santificazione. Dunque, in sintesi “è un sacrificio di lode in rendimento di grazie” al Padre.

Nella Scuola diocesana di preghiera proprio sull’Eucaristia abbiamo offerto un possibile snodo della sua celebrazione scandito su cinque verbi: accogliere, ascoltare, offrire, nutrire, inviare. Non ci siamo scostati dalla presentazione che ne fa il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma semplicemente ne abbiamo evidenziato i tratti fondamentali...