Con la prima domenica di Avvento, in tutte le diocesi del Triveneto entrerà in vigore il nuovo Messale. Poiché la stessa preghiera del Padre nostro ha subìto qualche trasformazione linguistica e contenutistica, colgo l’occasione per andare alla riscoperta dei suoi contenuti divini assieme alla mia diocesi. Lo faccio in cinque scansioni. In forma di colloquio confidenziale...
Con la prima domenica di Avvento tutti useremo la nuova formula. Il vescovo Giuseppe ci offre una serie di riflessioni per entrare nel cuore di un testo inesauribile
Tutte le grandi religioni riconoscono Dio creatore. A rifletterci bene, però, tra la creatura e Dio creatore c’è un abisso. Di fronte all’immenso, all’onnipotente, all’onnisciente, all’eterno c’è di che rimanere impauriti, tramortiti. Non resta che cadere in ginocchio, prostrarsi nella polvere davanti alla sua maestà infinita, assai più che davanti ad un imperatore.
Le tre invocazioni al Padre, contenute nella prima parte del Padre nostro, non sono in favore di Dio, ma a vantaggio nostro. A cominciare dalla prima.
Come abbiamo rilevato, nella prima parte del Padre nostro Gesù fa rivolgere lo sguardo di fede del credente su Dio, Mistero di Amore trinitario, che ha il suo principio nel Padre, sulla sua santità, sul suo regno, sulla sua volontà. Nella seconda parte Gesù ci autorizza a chiedere al Padre di volgere il suo sguardo benevolo e misericordioso su di noi, per invocare da Lui quanto ci è necessario per vivere da figli nel Figlio...
Fa impressione la parola “tentazione”. Evoca l’intervento di satana, il tentatore, intenzionato a distoglierci da Dio, come ha fatto con i progenitori, insinuando il dubbio sulla benevolenza divina. Lo discredita: “Dio non vi vuole felici, perché non vi vuole come lui, conoscitori del bene e del male”. Stravolge la realtà. È padre della menzogna. Si insinua ovunque. Gli basta una breccia, una mancata sorveglianza. Basta un’imprudenza. Soprattutto la superbia è la sua password per entrare nel cuore dell’uomo...