Condiscepoli di Agostino
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Le possibili critiche alle indulgenze

Già abbiamo chiarito il fatto che l’indulgenza corrisponde in buona sostanza a Misericordia. Si tratta in definitiva dell’intervento gratuito di Dio per salvare l’uomo dal sistema e dal potere del peccato che ha come cervello strategico satana. Il suo primo intervento, il più radicale riguarda il Battesimo.

Già abbiamo chiarito il fatto che l’indulgenza corrisponde in buona sostanza a Misericordia. Si tratta in definitiva dell’intervento gratuito di Dio per salvare l’uomo dal sistema e dal potere del peccato che ha come cervello strategico satana. Il suo primo intervento, il più radicale riguarda il Battesimo. E dopo il Battesimo ogni altro suo intervento finalizzato al perdono dei peccati, in primo luogo il sacramento della Confessione.
Ora intendiamo chiarire qualche altro aspetto connesso con la realtà dell’indulgenza, di una certa complessità, al punto da aver provocato a suo tempo la ribellione di Martin Lutero, espressa nelle 95 tesi contro le indulgenze, il 1° novembre 1517. La protesta di Lutero trovava la sua giustificazione soprattutto in una pratica fomentata da un celebre predicatore domenicano, il Tetzel, il quale, al fine di ottenere elemosine a torrente, non esitava a ricorrere all’arte della demagogia più efficace. Proclamava, infatti, con enfasi da oratore: «Quando la moneta tocca la cassetta, vola a Dio l’anima benedetta», mettendo in causa una questione non di poco conto, qual è il Purgatorio. Va da sé che l’automatismo elemosina e liberazione dal Purgatorio nulla ha da spartire con il patrimonio della fede cattolica. Cosa che al predicatore poco importava, intento come era a raggiungere il suo obiettivo: raccogliere offerte per la erigenda basilica imponente di San Pietro a Roma. In realtà stava alterando il senso profondo delle indulgenze come le intende oggi la Chiesa: come azione di Dio che anzitutto perdona i peccati a chi è disposto a lasciarsi perdonare, cioè risanare spiritualmente, convertire dunque, e in secondo luogo come azione di Dio, mediante la sua Chiesa, di rafforzare l’uomo interiore reso fragile a causa di ogni peccato. Tutto pertanto riguarda il cambiamento interiore della persona che prende le distanze dal peccato, come logica della sua vita.
Lutero giustamente contestava una tale pratica. Era infatti convinto che la “giustificazione”, come azione che rende giusto l’uomo davanti a Dio, secondo la prospettiva di Paolo, soprattutto nella Lettera ai Romani e in quella ai Galati, è generata dalla fede in Cristo, come dono assoluto del suo amore misericordioso gratuito, e non “lucrata”, cioè guadagnata dalle opere dell’uomo. Lo siamo anche noi. Sicché ad una simile concezione delle indulgenze “lucrate” per le anime del Purgatorio, non esitiamo anche noi a muovere critiche. Almeno per due ragioni. La prima: se è vero che le indulgenze hanno il potere di raggiungere le persone che sono in stato di Purgatorio – e lo abbiamo precisato nella riflessione precedente – è altrettanto vero che ancor prima debbono avere effetto in noi. La seconda: la semplice opera, ad esempio, di elemosina anche munifica, se prima non converte il nostro cuore dall’attaccamento al denaro, non può avere alcun effetto sul piano spirituale. Oltretutto, teniamo presente che l’anno in cui Lutero contestava le indulgenze non era un Anno Santo, già celebrato 17 anni prima. E si sa, o almeno ce lo ha fatto ben capire Papa Francesco, che il valore dell’indulgenza è finalizzato prima di tutto alla conversione personale: io, personalmente, sono destinatario della Misericordia di Dio in questo Anno Giubilare, che mi perdona e mi rafforza nel mio “uomo interiore”, per dirla con l’apostolo Paolo! In effetti, oltre al perdono dei peccati, effetto potremmo dirlo della grande Indulgenza misericordiosa di Dio, le altre indulgenze concesse dalla Chiesa hanno effetto sull’uomo interiore reso fragile dal peccato, sempre più fragile con il ripetersi dei peccati. Hanno tuttavia effetto anche sulle persone che sono in stato di Purgatorio. Ne considereremo prossimamente la realtà e il senso ecclesiale.

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