Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

L’accompagnamento degli sposi non è meno importante di quello dei fidanzati (cf AL 217). Inizia l’avventura che vede gli sposi stessi come protagonisti di un progetto da realizzare insieme, da padroni della propria storia su una traiettoria irrevocabile (cf AL 218). È il tempo della caduta delle illusioni e delle pretese che il coniuge sia perfetto, cioè in perfetta sintonia con i propri desideri. È il tempo dell’esercizio della “pazienza, comprensione, tolleranza e generosità” (ivi), e del sì come inizio di un itinerario compiuto nel confronto e nel dialogo (cf ivi)...

Se si vuole raggiungere l’alto obiettivo di una vita familiare come l’ha progettata Dio “bisogna aiutare i giovani a scoprire il valore e la ricchezza del matrimonio” (AL 205)...

Il capitolo sesto della Esortazione postsinodale Amoris Laetitia presenta alcune interessanti prospettive pastorali che riguardano la famiglia, per certi versi non datate, rispondenti al reale di oggi. La prima sottolineatura: la famiglia va riscoperta come soggetto principale e attivo della pastorale familiare, soprattutto nell’efficacia evangelizzante del dare testimonianza gioiosa dell’essere “chiesa domestica” (cf AL 200).

L’Esortazione postsinodale Amoris Laetitia dà grande risalto alla maternità e alla paternità, riservando anzitutto alle madri espressioni di altissima stima: “Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. […] Sono esse a testimoniare la bellezza della vita. Senza dubbio, una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale.

Appellandosi alla Prima Lettera di Paolo ai Corinzi (11, 17-34), Papa Francesco nella sua Esortazione post-sinodale esorta le famiglie a non restare «indifferenti davanti alle sofferenze delle famiglie povere e più bisognose» (AL 186). La stessa partecipazione all’Eucaristia domenicale è un forte invito ad «aprire le porte della propria famiglia ad una maggior comunione con coloro che sono scartati dalla società e dunque ricevere davvero il Sacramento dell’amore eucaristico che fa di noi un solo corpo.

Il capitolo quinto dell’Amoris Laetitia è improntato sul dono della trasmissione della vita umana che germina dall’unione coniugale. In effetti “l’amore coniugale non si esaurisce all’interno della coppia […]. I coniugi, mentre si donano tra di loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente della unità coniugale e sintesi viva ed indissociabile del loro essere padre e madre” (AL 165).

Da quanto già precisato, Papa Francesco manifesta grandissima stima nei confronti del matrimonio, della coniugalità, della famiglia. Ma non è un ingenuo. Ha forte il senso del sano realismo. Conosce bene le insidie, le possibili manipolazioni e alterazioni, persino le violenze che si insinuano e si insediano nella vita coniugale e familiare...

L’amore vero ha mille sfumature. Ha manifestazioni feriali, che vanno dal parlarsi con benevolenza, superando il sistema dei silenzi imbarazzanti e angoscianti, fino al dirsi “permesso, grazie, scusa” (cf AL 133). Per essere autentico, senza tuttavia sognarlo idilliaco (cf AL 134-135), deve essere in crescita, secondo l’esortazione di Paolo: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti […]. Riguardo all’amore fraterno, […] vi esortiamo a progredire ancora di più” (1 Ts 3,12; 4,9-10).

Le caratteristiche dell’amore segnalate dall’inno della carità in Paolo convergono sulla “carità coniugale” (AL 120) per esprimerne le valenze concrete. Ne mettono in risalto la dimensione affettiva, spirituale, oblativa, amicale di tenerezza, erotica.

Dopo aver illustrato il progetto di Dio sulla famiglia umana e le sfide della cultura attuale alla sua realizzazione, l’Esortazione Amoris Laetitia traccia un interessante itinerario di formazione permanente in vista della riuscita della vita di famiglia ad alto livello di umanizzazione...