L'anno santo con Dante

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Zenti mons. Giuseppe

Papa Francesco dedica il quarto capitolo della sua esortazione apostolica sulla santità ad alcune caratteristiche che meritano di essere particolarmente evidenziate nel mondo di oggi. Ne prende in considerazione cinque che denomina “grandi manifestazioni dell’amore per Dio e per il prossimo” (Ge 111)...

Per convincerci dell’importanza di rendere a Dio un culto a Lui gradito attraverso il fattivo amore fraterno, papa Francesco si appella alle testimonianze, una più teologica e l’altra più esistenziale, di due santi ben conosciuti: san Tommaso d’Aquino e santa Teresa di Calcutta...

Già le Beatitudini sono un tracciato sicuro per una autentica santità di vita. L’esortazione Gaudete et exsultate di papa Francesco segnala anche l’intensità di una santità considerata come unione personale a Cristo. In altre parole: chi è più santo? È colui che più è unito a Cristo; che lascia più spazio a Cristo; che lo ama in “coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi” (Ge 96).

Chiunque sia intenzionato a diventare santo ha a sua disposizione una mappa impeccabile, come precisa papa Francesco nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate: “Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini. Esse sono come la carta d’identità del cristiano [...] è necessario fare, ognuno a modo suo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini” (GE 63). Tenendo presente che la parola “felice”, “beato” è sinonimo di “santo” (cfr GE 64). Le Beatitudini non sono espressioni poetiche e non segnalano scorciatoie facili; impegnano fino al sacrificio (cfr GE 65)...

Sulla necessità della grazia di Dio per la realizzazione della persona umana la fede della Chiesa è inequivocabile, fin dalle sue origini. Il patrimonio della fede cristiana afferma che “anche la nostra esistenza terrena e le nostre capacità naturali sono un dono” (GE 55), compresa la nostra libertà (cfr ivi).

Da sempre, cioè fin dalle sue origini con Adamo ed Eva, l’uomo, lasciando briglia sciolta alla sua libertà, ha voluto dimenticare Dio, considerandolo insignificante agli effetti del senso del suo esistere. In tal modo, si è affidato alla sua ragione, dimenticando che la stessa ragione è dono di Dio...

Già la Congregazione per la Dottrina della fede, nella sua lettera Placuit Deo aveva messo in guardia da due pericoli incombenti sulla fede cattolica: il neognosticismo e il neopelagianesimo. Il Papa nella sua Esortazione apostolica Gaudete et exsultate considera questi due fenomeni culturali come sottili nemici della santità, di “allarmante attualità”, come “proposte ingannevoli”, “in esse si esprime un immanentismo antropocentrico travestito di verità cattolica” (GE 35)...

Papa Francesco nella sua esortazione sulla santità invita a mettere insieme l’attività del cristiano con la necessità di alcune soste di carattere spirituale. Precisa anzitutto che il cristiano è chiamato a contribuire alla edificazione del Regno di Dio proprio nel suo agire da cristiano nella ferialità.

Se tutti siamo chiamati alla santità, di fatto siamo chiamati a viverla nella ferialità, nella ordinarietà: “Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito, di tua moglie […]. Hai autorità?

Molto opportunamente il nostro settimanale Verona Fedele ha presentato in termini di inquadramento generale la nuova esortazione apostolica di papa Francesco sulla chiamata alla santità, intitolata Gaudete et exsultate, cioè “Godete ed esultate”: le parole di conclusione del discorso delle Beatitudini.
In quanto Vescovo della diocesi di san Zeno, sospendendo provvisoriamente gli interventi su sant’Agostino, sento il dovere di rileggere il documento papale in modo analitico, come ho fatto per i precedenti: Evangelii gaudium, Laudato si’, Amoris laetitia.