Caffè & brioche

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Speriamo che arrivino presto, queste elezioni europee, perché non se ne può più: magari dal giorno dopo si smetterà di polemizzare su ogni fregola sul tavolo e si uscirà da questa campagna elettorale permanente che ormai ci ammorba dal 2017. Succeda quel che succeda, ci arrendiamo.

Si aggravano le condizioni di salute dell’ambientalista Greta, già molto raffreddata causa brutto tempo e ora peggiorata: troppo freddo, pioggia, vento. Terribili, le conseguenze del surriscaldamento globale…

Non vorremmo far discorsi populisti o, peggio, da bar. È che, ogniqualvolta leggiamo le incredibili peripezie che certi rappresentanti politici (chiariamo: eletti dal popolo con il voto!) affrontano pur di intascare qualcosa dal loro ruolo, ci sovviene il principe De Curtis quando, in un film, chiosò: «A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?».

Un milione di specie animali (mai 723.440, per dire) si estingueranno a causa dell’uomo da qui al… E segue sempre cifra fissa. E poi il mare che ci sommergerà, le temperature arroventate, il cibo che mancherà, gli uomini che sono o troppi o troppo pochi, le migrazioni bibliche… È chiaro che il tiepido non fa notizia, non fa parlare; che il gelido e il bollente fanno più impressione. Ma così è un’apocalisse continua. Spesso falsa ma tanto chi verifica? E di brutto c’è che un’apocalisse al giorno toglie l’allarme di torno. O ci costringe a vivere in perenne sospensione sul burrone, in uno stato d’ansia che nemmeno ci permette di vedere quanto di buono c’è in giro. Ad esempio, non si muore più (nel senso di intere popolazioni) di fame né in Africa né a Calcutta. Segno che c’è più cibo e viene distribuito meglio. O pure questo è un brutto segno?

Greta? Purtroppo la ragazzina svedese non sta bene, si è presa un terribile raffreddore causa botta di freddo a maggio, evento tipico del surriscaldamento globale.

Come siamo riusciti a passare, nel giro di pochi anni, da genitori che ti pelavano la zucca se portavi a casa una nota data a scuola, a genitori che fiancheggiano i figli che commettono omicidi, stupri, violenze? Saranno pure pezzi di cuore, ma è anche evidente che hai cresciuto pezzi di qualcos’altro. Il nostro ruolo è essere educatori, non complici.

Di nuovo. Ci sono le elezioni in alcuni Comuni e alcuni agenti della polizia penitenziaria ne approfittano mettendo in piedi una lista politica in qualche Comune fuori dal mondo e per la quale non necessita la raccolta di firme per la presentazione. Vogliono andare ad amministrare? Certo che no. L’obiettivo è quello di ottenere – la legge lo consente – un mese di aspettativa speciale, pagata. Insomma ferie retribuite grazie allo scherzetto. Unico limite, quello di non fare propaganda politica in divisa: ma questi non sanno nemmeno dove sia, il paese in questione. Al di là dell’arrabbiatura che creano ai colleghi meno furbi che dovranno fare anche i loro turni, è proprio l’esempio che danno al popolo italiano, che già di suo… Si presume, s’immagina che un funzionario pubblico sia… Ma poi lasciamo perdere che ti canzonano al suon di “così fan tutti”.

Si era appena entrati nell’epoca del surriscaldamento globale, che è arrivato un aprile da era glaciale. Non nevica più sulle nostre montagne? Ora ce n’è talmente tanta che gli impianti sciistici sono ancora aperti in alcune località. Cara, non ci sono più le mezze stagioni, né un pizzico di normalità.

Leggo che l’ultima puntata della saga degli Avengers, specie di super eroi dei fumetti ora approdata al cinema, ha battuto ogni record di incassi al suo debutto in sala. La gente del 2019 adora i super eroi che salvano la Terra o che comunque fanno qualcosa di straordinario, magari al posto nostro. E mi sovviene una bella mente come quella di Bertolt Brecht, che nella Vita di Galileo scrisse: felice il Paese che non ha bisogno di eroi. Il che ci fa pensare che oggi siamo sommersi dall’infelicità collettiva.

È stata la festa della Liberazione: invece mai visti tanti rigurgiti neo-fascisti (o vetero-fascisti) un po’ ovunque. E si fa sempre fatica a capire – tanto più a 74 anni di distanza – che fascino possa esercitare un’ideologia che ha devastato l’Italia e contribuito a devastare il mondo. O forse il fascino è proprio questo: il culto della violenza.