Caffè & brioche

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Verrà fuori che sono morti perché l’aereo è andato addosso a un piccione. Anni fa gli aerei cadevano soprattutto per problemi tecnici o per errori umani. Da Ustica in poi, passando per l’Ucraina e adesso l’Iran, a causa di qualche missile di passaggio, non così intelligente da distinguere turisti da piloti nemici. Così le compagnie aeree si stanno adeguando, facendo fare ai propri aerei lunghi giri che schivino certe zone del mondo. E se noi abbiamo tanta voglia di Maldive, assicuriamoci prima che il volo vi atterri dopo aver fatto un giro di 50 ore tutto sopra gli oceani, dove non dovrebbero esserci né gabbiani né missili.

Fa il ministro dello Sviluppo economico e scoppiano terribili crisi aziendali ovunque (a cominciare dall’Ilva) che non sa minimamente da che parte affrontare. Le lascia tutte lì e si sposta allora agli Esteri. Dice: ma che danni vuoi che faccia in un ministero in cui al massimo si viaggia e si cena con qualche ambasciatore o ministro… E in Libia la guerra diventa totale, in Iraq peggio mi sento, l’Unione Europea perde definitivamente la Gran Bretagna, gli alleati storici che ci chiedono se siamo ancora con loro, o piuttosto con la Russia di Salvini o con la Cina cara a Beppe Grillo… Sarà pure incapace e inadeguato, ma certo è che pure la fortuna gli è girata contro.

Come schierarsi sul caso-Rita Pavone? Che pensare della presenza di Rula Jebreal? Ma ha fatto bene o male Romina Power a lamentarsi del freddo di Potenza la notte del 31 dicembre, sul palco in maniche corte? E Celentano, che dice Celentano? Nulla da commentare sul fatto che Michele Cucuzza vada al Grande Fratello Vip? Che inizio d’anno difficile, non riesco a dormirci la notte… O è tutta una strategia di marca salviniana per convincere gli extracomunitari a tornarsene a nuoto da dove sono venuti, pur di non soccombere a simili quesiti?

È arrivata la Befana e tutte le feste se le è portate via. Ora, dalle feste passiamo direttamente alle guerre. Buon 2020.

Ognuno ha i suoi miti, noi abbiamo Ignazio La Russa, che qualche volta è addirittura meglio dell’imitazione che gli faceva Fiorello (Gnazzzio). C'era 'sto pisquano senatore del M5S che parlava a Palazzo Madama dell’emendamento che mirava ad allargare le maglie quanto alla vendita di cannabis in Italia (emendamento poi ritirato): in un momento in cui stava tirando il fiato, a La Russa è partito l’embolo e gli ha piazzato un sonoro “Drogatooooo!!!”, lasciandolo nuovamente senza fiato e con gli occhi strabuzzanti. Quel che si dice dialettica politica, sintesi che riassume l'analisi, un attimo prima dell’antidoping (a tutti e due).

Verona è tornata tra le prime dieci città più vivibili d’Italia, per la soddisfazione del sindaco Federico Sboarina: «Sono molto contento del lavoro della mia squadra, dei miei assessori che adesso non mi ricordo come si chiamano ma sono proprio bravissimi…».

Dai, adesso che in montagna ci sono fino a 4 metri di neve, che fiocca a fine autunno, che abbiamo attraversato il novembre più piovoso dai tempi di Geronimo, che i pinguini sono stati visti a Sanremo, per qualche giorno facciamo tregua sulla fine del mondo, sui cambiamenti climatici e sulle palme da dattero a Erbezzo. Poi si ricomincia.

“Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre”. Che è stato, 50 anni fa, la notte della Repubblica nata dalle ceneri della guerra, la vera fine del boom economico e degli “anni Sessanta”. Il giorno in cui alcuni neo-fascisti – guidati da quei servizi segreti che gli italiani li dovevano difendere, non uccidere – misero una bomba in una banca per fare una strage, per seminare terrore, per spostare l’Italia verso la vicina Grecia dei Colonnelli. Non so se gli anni Settanta sarebbero stati così terribili come sono stati, senza quella bomba. Solo l’Italia piombò in una spirale di altre bombe, di terrorismi rossi e neri, di manifestazioni di piazza col morto incorporato, di rapimenti, assassinii, gambizzazioni… Se l’obiettivo di quel 12 dicembre era quello di farci passare i peggiori anni della nostra vita, ebbene quella bomba colpì il bersaglio in pieno. E se ci lamentiamo che i nostri ragazzi escono fuori con lo smartphone incorporato, ricordiamoci che i loro coetanei di allora uscivano fuori con la P38 e i manganelli. Coetanei che oggi hanno 70 anni e li incroci ai supermercati dove esaminano le etichette dei biscotti.

E a coloro che vi diranno che i miracoli non esistono, che sono cose anti-scientifiche, favolette di un tempo che fu, che di miracolati non se n’è mai vista l’ombra…, rispondete con sicurezza e calma: e allora Giuseppe Conte?

Per sei giorni si litiga, si discute, ci si divide, si intima, si minaccia, si avanzano i distinguo, ci si fa vedere decisi e/o esasperati, si sbuffa e ci si lamenta… Il settimo giorno tutto si appiana, le divergenze passano in seconda linea, la soluzione si trova e si punta dunque con più serenità alla fine del mese, all’agognato stipendio.