Caffè & brioche

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Nei 29 punti programmatici stilati dal nuovo esecutivo manca solo il raggiungimento della pace nel mondo. A parole, cambierà tutto, ovviamente in meglio. Meglio di prima, quando a governare c’era anche chi al governo c’è pure oggi? Non ho proprio capito come mai chi era incapace e incompetente fino ad un mese fa, oggi sarebbe la persona giusta al posto giusto, guidata da un signorsì scelto per l'eleganza nel vestire, trasformato in poche ore in statista. Molto lunare, ma veramente buona fortuna. Ne abbiamo tutti bisogno.

È la prima volta a mia memoria che la nascita di un governo di sinistra (valutando il Movimento 5 Stelle un partito di estrema sinistra) è salutata dal mondo economico con un profondo sospiro di sollievo. O è cambiato il mondo, o è cambiata la sinistra, o…

Ci sono delle cose di cui capisci l’importanza solo quando le hai perse. Tipo il potere, come si sta accorgendo Matteo Salvini. Sta nascendo un governo che ha come punto numero uno la formula RS: ridimensionare Salvini. Per questioni ideologiche o di interesse, tutti remeranno contro di lui. E siccome il consenso si conquista con i mass media, vedrai mo’! Le televisioni di Berlusconi smetteranno tutto d’un colpo di gonfiare la rana; la Rai si adeguerà immediatamente al nuovo potere e manderà in onda le dichiarazioni di Salvini dopo il segnale orario. Notturno. I talk show negheranno inviti, “l’immagine è un po’ usurata”. I “giornaloni” parleranno di lui come di un sovrappeso che le sbaglia tutte; gli saranno addebitate pure le sconfitte del Milan. Si potrebbe rifare sugli amati social. Auguri. Se c’è qualcuno che su internet sa navigare a meraviglia è il Movimento 5 Stelle, che invece stava quasi evaporando. Ah, che bei tempi quando un gelato mangiato in spiaggia finiva in prima pagina…

Però se ci togliete il mitico Danilo Toninelli e ci mettete un Paolo Gentiloni che, quando si veste di grigio, sembra un ton sur ton e a guardarlo ispira una pennichella, magari ne guadagnerà il Paese ma chi risarcirà i cabarettisti e i disegnatori satirici italiani? Chi ci restituirà tanti momenti di gioia e ilarità?

Bella quella detta dal geriatra Luigi Grezzana a Stefano Lorenzetto che lo intervistava: invecchiare è l’unico modo per non morire giovani. Che è poi la filosofia che sta dietro alle forze politiche che stanno facendo nascere il nuovo governo…

Ma ancora Matteo Salvini non ha spiegato perché ha fatto cadere il governo Conte. O non spiega ora perché vorrebbe risuscitarlo. Se era il governo dei no, con un alleato che sapeva solo dire no, cos’è cambiato in queste due settimane? E come la spiega qui al Nord questa giravolta che intende riproporci qualcosa di indigeribile già prima? E come fa il Movimento 5 Stelle a canticchiare “questo o quello per me pari sono” tra una forza di destra e una di sinistra? E come fa il Pd a pensare di allearsi con i 5 Stelle con i quali l’unico punto programmatico in comune finora è la convinzione che lunedì arriva dopo domenica? E come facciamo noi a dare un valore alla politica, se questa sembra il mercato delle vacche?

Lo dico a nome dei genitori che hanno bambini che frequentano le scuole cittadine e che stanno facendo in questi giorni una via crucis per iscriverli al servizio mensa: chi ha ingegnato le procedure per farlo via internet, va escluso dal consorzio umano. Dopo questa nefandezza, sarebbe capace di qualsiasi cosa.

È quasi lunare la differenza che si vede nell’informazione sulla crisi politica di questi giorni. Le notizie passano sui giornali cartacei, quelli che ormai non legge più nessuno; sulle tivù, certi pastoni preconfezionati e dosati al millimetro che al massimo ti fanno capire che la crisi c’è. Sul perché e il percome, zero assoluto. Ed è quello che stanno recependo gran parte degli italiani, che al massimo s’informano con lo schermo. Ed è il problema che sta avendo Matteo Salvini, paradossalmente. Gli italiani, non leggendo, non capiscono perché ci sia la crisi. Ma se era in spiaggia fino all’altro giorno con l'aquascooter, che si è inventato ora?

A Verona per settimane sono circolati due domandoni da mille euro: quanto sarebbe durato il governo Conte e a quale mese del campionato di A l’Hellas sarà matematicamente retrocesso. Ora uno dei quesiti non ha più ragione d’essere.

Di questa giornata storica (non si sa che governo ci sarà, giallorosso, ancora gialloverde, bianconero con premier Sarri, nada de nada) emerge un fatto: il discorso politico è azzerato. Questo e quello per me pari sono. Scambi la tinta, il risultato cambia? Boh. A Verona si spinge per un governo tra i gialli dei 5 Stelle e i blu del Partito Pensionati. Una carovana dell’alleluja ma con colori che qui fanno grande presa.