Caffè & brioche

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Detta tra noi: ma a cosa serve un filobus a Verona? Boh, non si capisce. Chi è favorevole, ci spieghi le sue virtù. Chi non lo digerisce, ci racconti il perché. Ma sembra una di quelle cose che si devono fare perché… si devono fare. E perché si devono fare?

La rapida parabola dei 5 Stelle sembra uno spaccato di italianità ai massimi livelli. Partiti come novelli Robespierre – solo teste mozzate e rivoluzioni radicali – stanno finendo per assomigliare a quei dorotei di paese a cui andava bene tutto. Così un loro sottosegretario, il veronese Fantinati, l’altro giorno ha dichiarato che l’osteggiatissima Pedemontana veneta in fondo in fondo è la cosa giusta da fare (inversione a U in autostrada, pericolosissima!). E ieri, che le Olimpiadi invernali sono un grande successo di questo governo. Olimpiadi che i 5 Stelle hanno avversato in tutti i modi, tanto che Torino, da loro governata, si è dovuta sfilare e ora sono le Olimpiadi Milano-Cortina. Avanti così si dichiareranno estremamente favorevoli alla Tav, a qualsivoglia oleodotto, a condoni fiscali e ad amnistie penali. Flessibilità dorotea, diciamo, pur di governare un mese in più.

Per fortuna che i giornali non li legge quasi più nessuno e che le televisioni nei tiggì parlano solo di assassinii e caldo. Perché altrimenti la sopportazione degli italiani per i litigi e “comarate” dei due principini della politica italiana avrebbe ormai raggiunto il livello di guardia. Si tenga conto che il popolo italiano è rapidissimo nell’innalzare monumenti, e altrettanto rapido nel buttarli giù.

Se ci si vaccina, non si muore di tetano; se non ci si vaccina, si rischia di morire di tetano (o di altro morbo). Lo so che è una frase molto complessa, ma va scritta per farla capire ai no-vax.

Pare, ma proprio di sfuggita, che le formazioni politiche e para-politiche veronesi siano più preoccupate delle “posizioni di rappresentanza” da occupare, più che di cosa fare una volta sedutesi sulle “posizioni di rappresentanza”. Perché la città appare alquanto ferma, un po’ come una “posizione di rappresentanza” davanti ad una scrivania.

Ho provato ad offrire al fabbro che mi sta facendo diversi lavori in casa i miniBot, poi la criptovaluta Libra che Facebook vuole lanciare (dalla finestra?), quindi i bitcoin, i mini-assegni, i punti dell’Esselunga. Avviso a tutti: il fabbro vuole “i euri”. Punto.

Rimaniamo convinti che un Parlamento zeppo di scappati di casa com’è quello attuale, durerà fino all’ultimo minuto della legislatura per nobilissimi motivi. Ma la notizia che è stata calendarizzata una seduta che metterà a fuoco alcune proposte di legge (tutte scoordinate) sull’eutanasia, induce a pensare che la situazione sia ormai alla frutta. Quando la politica la butta in v… scusate, in diritti civili, significa che siamo ormai alla paralisi motoria e che solo la cagnara potrà mandare avanti gli stipendi per qualche mese. Poi, stando all’esperienza del recente passato, si va a casa.

Se si guarda all’elenco delle cose fatte a Verona e nel Veronese negli ultimi vent’anni, e quello delle cose da fare (promesse, progettate, sognate) nei prossimi venti, si è presi immediatamente da una sensazione di estrema fiducia nel futuro.

C’è piaciuta la non notizia dell’assistente parlamentare leghista che, a Bruxelles, s’è vista negare l’affitto di una casa per le sue opinioni politiche. La cosa più stupefacente è che il proprietario della casa non è un belga, ma… un italiano!| È proprio vero che, come racconta nei suoi film Checco Zalone, quando gli italiani vanno all’estero diventano altre persone. Perché qui in Italia non preoccupa minimamente se uno è camorrista, peruviano, marziano, juventino, moderatamente calvo. Ma se paga a fine mese.

A volte si ha l’impressione che questa città abbia letteralmente smesso di pensare in grande. Cioè più dello sfalcio dei giardinetti e dei segnali stradali da posizionare. Tutto immobile da decenni. Non è che, tanto per fare qualcosa, si debba proprio realizzare un’autostrada sotto le Torricelle. Ma già pensando allo stadio, è possibile che non si riesca a individuare un’area fuori città, dotarla delle infrastrutture necessarie e realizzare ‘sto nuovo impianto che mandi in pensione l'orrido Bentegodi e che farebbe comodo per il calcio, la musica e altro ancora? Qui siamo ancora fermi al pensiero. Paralizzante. Eppure abbiamo un sindaco che di queste cose qualcosina sa...