Caffè & brioche

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L’esperienza ci insegna che, quando la politica è incartata, la butta sulla fuffa, di solito ribattezzata “diritti” o “principi”. Vedi la famosa “battaglia” sulle coppie di fatto della Cirinnà (interi mesi!), oppure oggi la convegnistica sulla “famiglia tradizionale”, sul carro della quale sono saltati esponenti politici che razzolano diversamente da come predicano. La fuffa parolaia è perfetta nei casi in cui tutto il resto non procede, ed è strategia tipicamente italiana: se tutti gli altri problemi rimangono tali e costa tanta fatica risolverli, buttiamola sulle polemiche verbali. Danno l’impressione agli italiani che non è vero che sono lì a svernare ben pagati dalle nostre tasse, ma sono invece tremendamente impegnati sul fronte dei “diritti”. Gli italiani ci cascano sempre, d'altronde amano alla follia disquisire per giorni delle "dichiarazioni post partita".

Fate scorte alimentari, acquistate beni di prima necessità, munitevi di torce e/o candele: sta avvicinandosi l’Apocalisse! Almeno in città, a Verona: dove sabato e domenica sarà meglio stare barricati in casa, nemmeno ci fosse Hellas-Napoli e si abitasse in via Albere. Il prefetto ha sostanzialmente blindato la città, causa evento paragonabile a sisma, tifone, straripamento Adige o, addirittura, partita di calcio: il Congresso mondiale delle famiglie. Costrette sostanzialmente a non girare per la città. Salvateci!

Dice il titolo di apertura del Corriere della Sera: “Il voto agita la maggioranza”, intesa quella politica che governa l’Italia. Quale voto? Qualcuno si è offerto di mangiare meno Nutella in cambio di qualcosa? No: trattasi del voto regionale in Basilicata, nientepopodimeno. E questo voto li agiterebbe. Per i leghisti, a inquietare è la domanda: ma dove è ‘sta Basilicata? Per i grillini, il quesito: ma cos’è ‘sta Basilicata? Una roba di chiesa? Non siamo esperti. Domani saranno tutti più tranquilli.

E se poi, dopo il Convegno internazionale sulla famiglia, le sfilate e le controsfilate, le polemiche e le prese di posizione, i boicottaggi e i patrocinii, i documenti e gli slogan… tutto rimanesse come prima?

“Se il centro diventa Disneyland”, titola la copertina di Verona Fedele. Se questo è il capolinea, allora Paperon de Paperoni sarà uno dei pochi che potrà permettersi di vivere in centro, anche se la nota avarizia gli impedirà di spendere cifre folli per un banalissimo trilocale. Paperino si trasferirà dalle parti delle Golosine, dove andranno a scuola Qui, Quo e Qua, visto che le scuole del centro saranno sempre più sguarnite (quelle che rimarranno aperte). Topolino indaga.

Cosa bisogna fare per ottenere la cittadinanza italiana?

a)     Salvare da morte certa e atroce una cinquantina di ragazzini nelle mani di un pazzo furioso.

b)    Farsi la mappatura genetica e dimostrare così di avere una certa percentuale di sangue Razza Piave.

c)     Far vincere lo scudetto all'Hellas per tre anni consecutivi, però con molto distacco sulla seconda.

c)     Perché vuoi la cittadinanza italiana? Non ti basta la tua? Facciamo collezione di cittadinanze?

Che coppia, quella coppia! Luigi Di Maio dà l’impressione di non sapere quello che dice, ma lo dice benissimo: ogni sua dichiarazione è un titolo di giornale. Matteo Salvini dà l’impressione di sapere quello che dice, e lo dice benissimo: ogni suo sbuffo te lo ritrovi in pagina. Poi ci sarebbe la questione di fare qualcosa, oltre alle consuete dichiarazioni quotidiane. Ma lì ci vogliono altre abilità.

A prescindere da ciò che verrà detto durante il tanto discusso Congresso sulla famiglia che si terrà a Verona – parole sulle quali poi si potrà o meno essere d’accordo – , sarebbe importante permettere che vengano dette, queste parole. Si tratta di libertà di espressione. Mentre il tentativo di zittire qualcuno si chiama fascismo. Ricordate il “non sono d’accordo con le tue opinioni, ma difenderò sempre il tuo diritto ad esprimerle”? 

Le cronache giornalistiche raccontano dello “shopping” della mafia russa intorno al nostro lago. Che è ricco di potenziali “investimenti”. L’unica cosa certa è che si rischia una guerra: tra la nuova mafia russa e le vecchie mafie italiane, ‘ndrangheta in primis, che da anni fanno affari in loco. Affari redditizi, con qualche ovvia complicità locale…

«Fate presto! Fate qualcosa!», urlavano le migliaia di bambini e ragazzi scesi in piazza nei giorni scorsi per chiedere un cambiamento di prospettiva verso il cambiamento climatico. Ebbene, Emanuel Macron ha provato in Francia a tassare di più i carburanti, per finanziare (anche) le politiche ambientaliste. La risposta è stata quella di decine di migliaia di gilet gialli a loro volta in piazza a spaccare tutto. I padri e i fratelli di quei minorenni?