Caffè & brioche

stampa

Dice: i giovani d’oggi si addormentano se si parla di Pil e non hanno una vaga idea di cosa sia la legge di bilancio o la stessa Unione Europea. Ma se chiedi loro di Fedez o di Asia Argento… Beh, ai nostri (vostri, loro) tempi, delle convergenze parallele s’interessavano gli addetti ai lavori e pochi altri; mentre di Soraya, Orietta Berti, lady Diana, Grace Kelly e sua figlia Carolina… L’unica differenza è che un tempo la gente si fidava degli eletti, li considerava capaci o comunque portava loro rispetto. Oggi i giovani non sanno nemmeno chi sia il presidente del Consiglio. Oddio, anche molti non giovani non lo sanno…

Alle mie puntualizzazioni sulla debolezza di questo esecutivo, sulle probabilità che presto entri in crisi, e che forse si ritorni a votare… il mio interlocutore – un personaggio con una certa esperienza politica alle spalle e un filo di cinismo tra le labbra – mi ha stoppato: questa legislatura durerà fino all’ultimo giorno disponibile. Magari cambieranno i governi, si inventeranno formule nuove, alleanze, alchimie strane. Ma il voto no. Dice che c’è una ragione di ferro dietro al suo ragionamento: buona parte degli attuali parlamentari è composta da scappati di casa senza arte né parte. Rinunciare a 10mila euro al mese per cinque anni, in nome della coerenza politica o delle mattane dei leader, proprio no. Sono occasioni che capitano una volta nella vita, soprattutto agli scappati di casa.

Papà, cos’è il consumismo? È quella cosa che i cinesi, quando avevano le pezze nel didietro, indossavano un vestito in media un po’ più di 200 volte prima di gettarlo (è una statistica ufficiale, non un modo di dire). Oggi, meno di 60. Che è sempre più delle 30 volte circa che utilizziamo noi in media una camicia o un pantalone. Papà, perché quando si diventa più ricchi, si buttano via le cose? Per comprarne delle altre: ecco cos'è il consumismo. Il piacere non è avere, ma comprare, come sa bene tua mamma.

È che ci stiamo abituando a tutto. Quel che fino a ieri sembrava lunare, tutto d’un colpo diventa parola d’ordine, normalità. E quindi non sembra un numero da circo Medrano il fatto che uno dei due soci al governo chieda ad alcuni dei propri sostenitori di “processare” via internet l’alleato nell’esecutivo per un suo atto politico. Discutibile, forse illegale, ma fatto con il consenso di chi ora lo voleva mandare a processo. Sarà segno dei tempi, ma in che tempi viviamo? La normalità che ormai sospiriamo non è grigiore, ma una presa di distanza dalle troppe assurdità che ogni giorno ci propinano.

Scusate il ritardo, sono andato a votare contro Salvini. O a favore, non lo so più perché la questione è troppo difficile da capire. Io e mia mamma (ci tiene sempre tanto a votare) siamo andati ai seggi elettorali con la nostra scheda, ma erano chiusi. Allora ci hanno detto che si vota sulla piattaforma Rousseau, ma in provincia queste cose non sono ancora arrivate. Infine siamo andati al bar, a prendere uno sprizzato e a insultare Salvini a voce alta, che è la stessa cosa che fare simili votazioni on line. Io insultavo, mia mamma lo difendeva per par condicio. Poi siamo andati a casa.

Un tempo gli ultimi ad andare in pensione erano i medici: a 70 anni attaccavano lo stetoscopio al chiodo, con riluttanza. In pochi anni, tutto è cambiato. La maggior parte di loro presenta domanda di pensionamento il primo minuto utile. La maggior parte di loro non ne può più e non vede l’ora di… staccare la spina. Lo sappia chi deve programmare la cosiddetta copertura territoriale della medicina di base, perché c’è il rischio che la gran parte della popolazione, di qui a poco, non avrà proprio un medico a cui rivolgersi: per un malanno, una ricetta, un certificato.

Se la primavera inizia ai primi di febbraio (e va a spiegare alle piante di non buttare fuori le gemme che metti mai che a marzo, agli animali di non uscire dal letargo, agli uccellini di non mettersi lì a fare i nidi…), se appunto tanto mi dà tanto, a maggio tutti in spiaggia che siamo ancora in bassissima stagione. A meno che gli albergatori…

Ieri, a Strasburgo, l’intero Parlamento europeo ha ascoltato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Anzi, lo ha messo sotto accusa. Tutti, dico tutti i rappresentanti politici lo hanno in pratica processato: burattino, inconcludente, disastroso in economia, straniante nella politica estera… Un massacro, Conte ne è uscito stravolto. In due ore ha ricevuto un applauso, uno solo da un singolo eurodeputato (italiano, dei 5 Stelle). Questa notizia non comparirà mai in alcun telegiornale Rai. Comunque non così.

È fantastico! Qual è il problema numero uno per gli italiani? L’economia che cala a rotta di collo? Il lavoro che manca? La povertà? La giustizia? La sanità? Le troppe tasse? La sicurezza? No: la giuria di Sanremo, che avrebbe premiato uno scappato di casa piuttosto che un altro. Mia figlia mi ha detto ieri che è colpa del Pd, lo ha letto su internet… Ci lamentiamo dei nostri governanti, ma questi sono noi. Che facciamo veramente paura.

Dai, con quella barba lì Franz Gambale aveva vinto prima ancora di cominciare… Sembra il prototipo del Papà del gnoco, anche se noi ci siamo sempre immaginati la maschera un po’ più anziana della sua (e nostra) età. Comunque ci siamo divertiti, e pure lui, e pure chi lo ha sfidato. Fossero così tutte le elzioni, e si concludessero tra gnocchi e acqua minerale… (Sì, l’hanno bevuta in pochissimi, ma c’era a San Zeno. O almeno così dicono).