Caffè & brioche

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Tutta la mia solidarietà ai partecipanti a una gara che si terrà in quel di Minerbe: mangiarsi 20 wurstel di fila (più di quanti ne abbia mangiati nella mia vita) senza ovviamente vomitare e con l’ausilio di un boccalone di birra. Poi, per la digestione, basterà un quartino di acido muriatico.

Ho chiesto qui: farei sciopero per manifestare contro i ghiacciai che si sciolgono, contro il cambiamento climatico. Vorrei lottare duramente, tra corso Santa Anastasia e via Mazzini. Si sono detti tutti d’accordo, qui in azienda. Poi mi hanno invitato a smetterla di scherzare e a tornare a lavorare.

C’è il coordinatore di Forza Italia (sì, esiste ancora) Davide Bendinelli che invita i leghisti veronesi a staccare la spina alla Giunta Sboarina. Motivo? «Tanto non fa niente, è paralizzata su tutto: a questo punto eutanasia ed elezioni». Di solito si accusa un’amministrazione di fare qualcosa di sbagliato. Ma di non fare nulla…

Noi vorremmo essere innovativi, tecnologici, startupper, giramondo e poliglotti; allo stesso tempo, attaccati alle tradizioni, alla patria, al chilometro zero, ai bei tempi, al moglie e buoi. Tutto non si tiene. A fasi alterne? Mmh… Si scelga, e così sta succedendo: c’è chi fa colazione a Los Angeles, e chi pranza a pane e salame. Faticano a capirsi tra di loro.

Nel lasso di tempo in cui noi veronesi stiamo discutendo di che futuro dare al Bentegodi, a Udine hanno costruito il nuovo stadio, in Danimarca hanno fatto un nuovo mega-ponte e in Cina hanno tirato su una metropoli.

L’hanno poi abbattuta, la feroce mucca assassina della Lessinia?

Sia chiaro e una volta per tutte, sennò da qui alla fine del campionato non finisce più: i tifosi dell’Hellas non offendono i giocatori di colore. I tifosi dell’Hellas offendono chiunque. Di qualunque colore della pelle, credo, opinione, genere, provenienza… Sempre e comunque e non smetteranno certo ora di farlo. Offendono pesantemente? Più di ieri e meno di domani. 

È vero, sembrano tempi in cui: non avrai altro Io all’infuori di Me. E di tutto ciò che ne consegue.

C’è da morire dal ridere, nella storia del Prosecco, il vino trevisano che – da bollicina conosciuta perlopiù nei bàcari veneziani – è diventato una superstar mondiale. Perché dalle colline di Valdobbiadene, Conegliano e Asolo la produzione s’è allargata in un territorio che va dal Friuli ai confini del Veronese! Insomma, il più pregiato Prosecco fatto nei territori più vocati (le Rive collinari sopra Valdobbiadene) è equiparato al vino Prosecco prodotto in quantità industriali nelle campagne di Pordenone piuttosto che dell’alto Veneziano. E al consumatore frega nulla che il primo sia Docg e l’altro acqua di pomi. Roba che a pagarla 3 euro a bottiglia è già tanto. Berla, poi… Solo che la moneta cattiva scaccia quella buona, e ora i produttori delle zone più vocate vogliono togliere il nome Prosecco dalle loro etichette in quanto, diciamo così, molto svalutato. Ecco una storia che a Verona dovremmo seguire con una certa attenzione…

Sono le idee, i valori a fare la politica. Ma sono i sistemi elettorali a fare (e a disfare) i partiti politici. Occhio alla famosa legge “sul taglio dei parlamentari”, e alla necessaria e conseguente riforma elettorale.