Caffè & brioche

stampa

Oggi i ricchi ragazzi occidentali sfileranno nelle strade per chiedere uno stop all’inquinamento di un pianeta causato soprattutto dai poveri ragazzi (dai loro padri) del Terzo mondo. O qualcuno veramente pensa che a Stoccolma si smaltiscano migliaia di tonnellate di plastica nel mar Baltico, e a Calcutta si faccia la raccolta differenziata? Quindi i nostri chiederanno che i politici del ricco Occidente facciano qualcosa affinché un miliardo e mezzo di cinesi smetta di scaldarsi solo con il carbone. Seguirà un Mobility Day e tutti ce ne andremo a casa, felici di aver contribuito alla salvezza della Terra.

Ma un tunnel che da via Fincato e dintorni vada direttamente a Ca’ dei Cozzi, non era già stato ritenuto abbastanza balzano? E poi, una volta giunti a Ca’ dei Cozzi? Già oggi, in certe ore è vera paralisi che si estende fino al Saval, fino a Parona… E casomai una robetta breve che bypassi San Giorgio? Troppo poco costosa?

Ti immagini il giovane Giulio Andreotti, braccio destro di De Gasperi, che riscrive lo statuto di fondazione della Dc, cancella il nome dello statista trentino e inserisce il suo come fondatore? O Bettino Craxi, che all’epoca non era ancora nato, inserire il suo nome tra gli antichi fondatori del Partito Socialista? No, non te lo immagini, non fa né ridere né piangere, ma sembrerebbe semplicemente assurdo, inconcepibile. Fino a quando leggi che il giovane Luigi Di Maio è diventato con un tratto di penna il fondatore di un movimento politico nato quando lui era ancora uno studente liceale. E come diceva quel tale: contenti loro, contenti tutti.

All’indomani dell’8 marzo e di tutti i discorsi sulla parità di genere, è mai possibile che l’Ucraina dichiari Al Bano pericolo per la sicurezza nazionale, e Romina no? Ma come? È quando stanno assieme che sviluppano i pericoli peggiori per chi li ascolta, per l’Ucraina, per l’umanità. E poi Romina, con quei suoi abiti da gattara e quella voce da campanello rauco, non è meno letale dei do di petto del viticoltore pugliese. A loro discolpa, c’è da dire che fanno danni da ben prima che sorgesse l’astro di Putin. A Vladimir si può imputare ogni nefandezza possibile, ma non Il ballo del qua qua.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conti e il ministro alle Infrastrutture Mandrake Toninelli a Valeggio per il taglio della prima lamiera d’acciaio che ricostruirà il ponte di Genova. Seguirà analisi costi-benefici.

Giorgio Almirante fu un signore. Elegante, misurato, onesto, con una passione politica che lo indirizzò tutta la vita. Fu un faro per molta destra italiana per decenni, una diga anticomunista in una società, quella degli anni Sessanta-Settanta, che scivolava pericolosamente verso una sinistra estremista e sovversiva. Non accettò inciuci, non bramò poltrone.

Giorgio Almirante in gioventù fu razzista e antisemita. La sua destra aveva forti sentori neo-fascisti, tenne bordone a quell’estremismo nero fatto di assassini e picchiatori che funestò anch’esso quei decenni di cui sopra. Politicamente, la sua posizione impedì la nascita in Italia di una destra conservatrice e liberale di stampo europeo.

A Giorgio Almirante si può dedicare una via di Verona? Scegliete voi.

Si può dare tutta la nostra solidarietà umana ai cittadini di Ca' di David che ogni giorno devono affrontare (magari più volte ogni giorno) il martirio di muoversi con la loro auto da e per Verona, in una coda interminabile e tra i miasmi di scarichi automobilistici? Si può e si deve. Anche perché, nel frattempo, non si muove foglia per risolvere questo problema, e loro sono sempre più figli di un dio minore, dentro il Comune di Verona.

Ci hanno raccontato, oggi, che quando si compulsano le pagine di Google, notizie comprese, non si attiva la funzione cerebrale che attiva la memoria. Leggiamo, ma non memorizziamo. Dicono, ed è vero. Se qualcosa è in internet o sul cellulare, perché ricordarselo a memoria? Però ogni vaccata messa su ad arte e “letta su internet”, ce la ricordiamo perfettamente per anni. Come mai?

Dice il quotidiano locale – quello per eccellenza – che a Verona è “corsa a quota 100” per pensionarsi. Immagini i partecipanti alla Straverona davanti all'Inps, e invece sarebbero “più di 900”. Che, su una popolazione di 900mila persone, in realtà uno su mille ce la fa. Ma Gianni Morandi appunto intendeva che a farcela non è mica una folla…

Non è passato nemmeno un anno e il movimento politico passato dal “vaffa” alle responsabilità di governo, si sta sciogliendo come neve al sole. Perché è più facile criticare, che fare. Per criticare, basta urlare “vaffa” a tutto e a tutti. Per fare, bisogna saper fare.