Caffè & brioche

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La conferenza stampa, targata Pd veronese, è così titolata: “Ai cattolici interessa ancora la politica?”. A seguirla, praticamente un solo giornalista. Quindi la domanda vera era: “Ai mass media interessa ancora sapere dei cattolici e dei loro rapporti con la politica?”. Oppure: “Ai mass media interessa ancora la politica che non sia il mercato delle vacche di posti e careghe?”.

Con tutto il rispetto che dobbiamo al futuro filobus… ma è uno scherzo che via Mameli verrà ridotta ad una corsia per direzione, con la filovia in mezzo? Non occorre essere preveggenti per immaginare la paralisi di una bella fetta di città ogni giorno, diverse ore al giorno.

Ho sempre ammirato, senza mai farli, quegli atti estremi che portano al confine della morte. Come scalare una parete di roccia a mani nude, buttarsi dal ponte con la corda elastica, salire su quella particolare giostra di Gardaland, andare allo stadio San Paolo di Napoli con addosso la sciarpa dell’Hellas…

Mi fa sempre un certo effetto vedere il ciuffone del miracolato (Giuseppe Conte) che in favor di telecamera preannuncia una manovra finanziaria che porta la pace nel mondo e sconfigge povertà e fame, e il servizio giornalistico successivo che spiega come verranno tassati gli involucri delle caramelle e incentivate le spese per depilazioni delle sopracciglia…

Scusate la minuzia. Il Corrierone ha un mensile di cucina, Cook, che è un’enciclopedia di sociologia moderna. Ad esempio presenta in pompa magna una cuoca australiana (e già lì…) che lavora in Inghilterra (peggio mi sento) con una valanga di aggettivi tipo: sostenibile, anti-spreco, romantica, identitaria, non manca il biodinamica e ovviamente la parità di genere. Ma una curiosità rimane: ciò che sforna è buono? Poi guardi le ricette pubblicate, che fuoriescono da tanta sapienza culinaria. Una su tutte: insalata mista condita con olio, limone e un po’ di philadelfia. Ah beh, allora…

Nel vuoto pneumatico dell’attuale assetto politico (dove un pupazzo ben vestito fa il presidente del Consiglio, Salvini è un gran imbonitore ma come statista vale poco, Renzi sta antipatico pure ai congiunti, Zingaretti e Di Maio sembrano due figurine, Berlusconi è finito…) si stanno muovendo nuovi protagonisti, spinti più dall’ambizione personale che da particolari visioni politiche. Ce ne sono due in particolare che si stanno agitando parecchio per contendersi nel futuro prossimo anzitutto quel vasto bacino elettorale che corrisponde al voto moderato, orfano di valida leadership da tempo. Uno ha il doppio cognome e girava in Ferrari fino a poco tempo fa, l’altro fa l’editore in rampa di lancio. Dietro, mondi economici che considerano finita la ricreazione. E si preparano a suonare la campanella. Che, come sempre, è costituita da tivù e giornali.

Se i francesi occupassero l’Italia, la chiamassero Transalpinia, noi saremmo italiani d’Italia o transalpini di Transalpinia? Gli italiani occuparono Trento italiana e il Sud Tirolo austriaco, battezzarono il tutto Trentino-Alto Adige perché stabilirono che il Sud Tirolo si chiamasse Alto Adige. Gli abitanti locali sono sudtirolesi nel Sud Tyrol italiano, o altoatesini? E ci arrabbiamo pure se non vogliono definirsi altoatesini, non fosse altro che l’Adige lo chiamano Etsch da sempre? Fu mania del regime fascista, quella di italianizzare i nomi, con effetti a volte tra l'esilarante e il demenziale. La slava Vrhovlje pri Kojskemi diventò Vercoglia di Quisca; Innichen, San Candido. Non so perché si salvò la Val d'Aosta, in cui tutte le località – a parte Aosta – mantennero il loro nome francese. Forse perché italianizzare parole francesi avrebbe fatto ridere pure il compunto legislatore fascista.

Uno dei maggiori fornitori di armi alla Turchia è l’Italia (d’altronde sìamo alleati, siamo dentro la Nato, no?). Quelle armi che ora i turchi stanno usando per massacrare i curdi. E noi che andiamo ad Ankara a dire loro che per carità, non devono usarle…

Non è vero che tutto peggiora, anzi. Si pensi agli stadi, nel senso di gente che frequenta gli. Nella nostra gioventù andare allo stadio era qualcosa che sconfinava nell’avventura e nel pericolo, i frequentatori erano quasi sempre uomini, spesso ragazzotti di dubbie maniere. Oggi vedi famiglie, donne, tanti bambini. E, per la prima volta, gli ultras in uscita se non addirittura in galera (vedi Juve). Insomma si fa il tifo senza usare quei razzi che uccisero in un derby romano un tifoso che pensava di essere andato all’Olimpico a divertirsi, non in guerra a morire.

Hanno tagliato il numero dei parlamentari, non hanno modificato prima tutta la struttura di regole, attività, commissioni che riguarda il lavoro dei parlamentari. Cioè hanno fatto la casa partendo dal tetto. Niente di grave, in un Parlamento pieno di asini. L’unica soddisfazione è che la prossima volta la mandria sarà più ridotta.