Caffè & brioche

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Dai, adesso che in montagna ci sono fino a 4 metri di neve, che fiocca a fine autunno, che abbiamo attraversato il novembre più piovoso dai tempi di Geronimo, che i pinguini sono stati visti a Sanremo, per qualche giorno facciamo tregua sulla fine del mondo, sui cambiamenti climatici e sulle palme da dattero a Erbezzo. Poi si ricomincia.

“Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre”. Che è stato, 50 anni fa, la notte della Repubblica nata dalle ceneri della guerra, la vera fine del boom economico e degli “anni Sessanta”. Il giorno in cui alcuni neo-fascisti – guidati da quei servizi segreti che gli italiani li dovevano difendere, non uccidere – misero una bomba in una banca per fare una strage, per seminare terrore, per spostare l’Italia verso la vicina Grecia dei Colonnelli. Non so se gli anni Settanta sarebbero stati così terribili come sono stati, senza quella bomba. Solo l’Italia piombò in una spirale di altre bombe, di terrorismi rossi e neri, di manifestazioni di piazza col morto incorporato, di rapimenti, assassinii, gambizzazioni… Se l’obiettivo di quel 12 dicembre era quello di farci passare i peggiori anni della nostra vita, ebbene quella bomba colpì il bersaglio in pieno. E se ci lamentiamo che i nostri ragazzi escono fuori con lo smartphone incorporato, ricordiamoci che i loro coetanei di allora uscivano fuori con la P38 e i manganelli. Coetanei che oggi hanno 70 anni e li incroci ai supermercati dove esaminano le etichette dei biscotti.

E a coloro che vi diranno che i miracoli non esistono, che sono cose anti-scientifiche, favolette di un tempo che fu, che di miracolati non se n’è mai vista l’ombra…, rispondete con sicurezza e calma: e allora Giuseppe Conte?

Per sei giorni si litiga, si discute, ci si divide, si intima, si minaccia, si avanzano i distinguo, ci si fa vedere decisi e/o esasperati, si sbuffa e ci si lamenta… Il settimo giorno tutto si appiana, le divergenze passano in seconda linea, la soluzione si trova e si punta dunque con più serenità alla fine del mese, all’agognato stipendio. 

Mio figlio si è lamentato, a posteriori: «Però a scuola non abbiamo neanche festeggiato al Black Friday…». È vero, è uno scandalo, si provveda per il prossimo anno.

Allora: c’è chi vuole abolire la prescrizione perché favorirebbe i furbetti del ricorso e dell’allungamento tempi processuali, fino appunto alla prescrizione che tutto cancella. E c’è chi dice: un processo non può durare all’infinito, è già un incubo di per sé, senza prescrizione uno può rimanere – in Italia – imputato a vita. Hanno entrambi ragione (di più i secondi, per me: non si colpisce tutti per colpire qualcuno), ma nessuno che dica: cambiamo questo modo di fare giustizia in Italia, sia nel civile che nel penale. È roba da quarto mondo, lo sanno tutti, nessuno fa mai niente. Ma come faranno gli altri “Paesi civili” a risolvere una banale questione di confini proprietari in meno di tre-quattro anni, e un processo per truffa entro i sette?

Sub

Carletto, cosa vuoi fare da grande? “Tutto ma non il sommozzatore”. E perché? “Poi mi tocca andare nel Mediterraneo a tirare su cadaveri di persone annegate e a togliere dalle braccia delle mamme i bimbi affogati con la mamma…”. Carletto, non ti preoccupare, sono brutte favole. Figurati se in un Paese come l'Italia succede un simile orrore...

Sul famigerato Mes (Meccanismo economico di stabilità), dossier seguito con attenzione dal precedente ministro dell’Economia, Giovanni Tria, abbiamo avuto la prova che grillini e leghisti governavano a loro insaputa. O non c’erano o, se c’erano, dormivano. Ma questo lo sapevamo già. Sia da ringraziare Tria per non aver fatto affondare la nave-Italia guidata da simili ammiragli.

Appassionante, questo dibattito politico sul Mes, il Meccanismo economico di stabilità. Ieri al bar, aspettando la partita dell’Hellas, c’era il Mario su posizioni alla Di Maio, mentre Sergio era più ondivago, oscillava tra un no alla Salvini e un sì alla sardini. La Teresa, invece, era decisamente a favore, proponendo nel frattempo dei correttivi. In mancanza dei quali, dei corretti: il caffè così l’abbiamo preso tutti, la pearà del pranzo stava facendo brutti scherzi…

Un 50 per cento degli italiani non sa nemmeno che esista un Meccanismo economico di stabilità europeo, anzi non sa nemmeno che esiste l’Europa. Un altro 40 per cento identifica la politica con le cose serie (il calcio) e tifa per la sua parte al di là di ogni evidenza. Il restante 10 per cento s’informa, valuta, soppesa, osserva questi personaggi politici che ammorbano l’aria dello Stivale e alla fine si chiede se l’ultima legge di bilancio abbia reso gratuite le rette all’asilo Mariuccia…