Caffè & brioche

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Sono arrivate le regole per i nidi e gli asili per bimbi fino ai 6 anni. Mascherine, distanziamenti, banchi, ricreazioni e mense, materiale didattico e orari… Poi, una volta entrati, i bambini faranno un po’ quello che vogliono, come sempre. E com’è logico: spiegate a un bimbo di tre anni queste cose che neanche Salvini capisce…

In redazione, mattina, lettura dei giornali sgranocchiando un cracker. Repubblica garantisce sempre qualcosa di psichedelico. E infatti. Corsivo in Economia di una giornalista che piglia due agenzie stampa e ci ricama sopra. Stiamo parlando delle beghe dentro Cattolica Assicurazioni. Conclude: “Tra gli investitori c’è Warren Buffet, la Fondazione Cariverona, la Coldiretti E UN NOTO PRELATO: un copione di quelli capaci di ispirare pure Dan Brown”, quello del Codice da Vinci, Angeli e demoni, Inferno. L’alto prelato è mons. Giorgio Benedetti, e chi lo conosce, nell’immaginarlo come una truce piovra con i tentacoli stesi su Verona, avrà avuto la nostra stessa reazione: strozzato dai cracker a forza di ridere.

Quanto ti ruga quando il concorrente vince il gran premio e ti batte nonostante una gomma bucata e il piede fuori a spingere come da bambini?

Stavo pensando al Decreto liquidità, all’“adesso arrivano i soldi”, al modo in cui ci si può avvicinare a questa liquidità… quando mi sono venute in mente le parole di una celebre canzone dei Pink Floyd: “I soldi, dicono, sono la radice di tutti i mali oggi / ma prova a chiedere un aumento…”, o un un fido bancario…

Camminando per Verona, anche fuori dal centro storico, si nota la sostanziale fine di una piaga che ha abbruttito per decenni le nostre città: quello delle scritte selvagge che imbrattano i muri. Sconcezze, slogan politici, messaggi d’amore, vaccate varie, disegni e sgorbi… Uno schifo che costava fatica agli occhi e soldi ai proprietari degli edifici. Ora ci sono i graffiti, a volte così belli che uno passa volentieri per lo stradone che va a Santa Lucia solo per ammirarli.

Mancarmi la chiusura serale di lungadige San Giorgio a causa degli spettacoli al teatro Romano, con l’obbligo di fare un giro enorme per rimediare a quelle poche centinaia di metri… No, questo mai avrei pensato che potesse accadermi.

Trovata una soluzione per il filobus cittadino, ora impantanato e in attesa di una trovata tecnologica che gli permetta di ripartire (e di non fermarsi): le pile Duracell. Quando si ferma per esaurimento energia, l’autista scende, cambia quelle due-tremila pile necessarie per muovere il bus e si riparte. Facile, ecologico, senza necessità di binari a terra e fili appesi. Perché nessuno ci ha mai pensato?

Si diceva della mancanza di turisti (soprattutto gli stranieri) a Verona. È vero. Ma cosa fa Verona per attirare turisti in queste settimane? A parte la statua di Giulietta, s’intende. Sembra una città abituata a campare sugli allori, incapace di inventarsi qualcosa di nuovo, qualcosa di interessante almeno per i 60 milioni di italiani che comunque in questi giorni si stanno muovendo.

Terribile, girare per l’Italia e non vedere le facce bionde dei tedeschi, le auto targate Olanda, i pullman pieni di cinesi e giapponesi, gli americani uscire da hotel ai quali noi nemmeno ci avviciniamo… Il turismo è una benedizione per chi ce l’ha. Adesso ce ne accorgiamo in pieno.

Si parlava di zebedei anatomici, nelle parole urlate nel silenzio generale dello stadio vuoto tra gli allenatori Conte (Inter) e Juric (Hellas), e nella figura che entrambi hanno fatto davanti a qualche milione di telespettatori.