Condiscepoli di Agostino

stampa
Zenti mons. Giuseppe

Già abbiamo precisato l’identità del pelagianesimo. Ora si tratta di verificare quale è stato l’atteggiamento di Agostino nei confronti di Pelagio e della sua eresia. Come già nei riguardi dei manichei e dei donatisti, Agostino si mostrò preoccupato non di sconfiggere l’avversario, ma di riaverlo nella comunione dell’unica Chiesa, come ci è dato di constatare dalla lettera al vescovo Ilario...

Da sempre Agostino ebbe in venerazione la Sede apostolica di Pietro e, all’occorrenza vi si appellò, come abbiamo già visto. Ma è soprattutto in riferimento all’eresia del pelagianesimo che Agostino sentì il bisogno e il dovere di fare riferimento e ricorso incalzante alla Sede di Roma...

Dalla funzione ecclesiale consegnata da Cristo a Pietro, alla funzione della sua Sede di Roma il passo è consequenziale. La storia della Chiesa è andata su questa direzione. Le stesse Sedi Apostoliche riconoscevano alla Sede di Roma quel primato che gli Apostoli riconoscevano a Pietro...

Da quanto già esposto, Pietro è il primo tra gli Apostoli; su di essi ha il primato, il principato; è tipo e figura della Chiesa nella sua universalità e nella sua unità; è la sua personificazione, in quanto contiene in sé tutte le caratteristiche e i poteri della Chiesa; è la voce di tutti, l’unità fra i molti; è la pietra della Chiesa in Cristo pietra.

Pietro viene considerato da Agostino sempre entro il gruppo degli Apostoli, mai isolatamente. Ma proprio entro il gruppo degli Apostoli Pietro riveste una posizione di primo piano. Per una sovrabbondante grazia infatti Pietro è il primo degli Apostoli, anzi il primo nell’“Ordine” degli Apostoli, colui che tra essi detiene il primato; è il tipo e la personificazione dell’unità tra i molti; ed è la pietra della Chiesa in Cristo pietra.

Perché Agostino si è appellato così assiduamente alle Sedi apostoliche? Fondamentalmente perché erano l’unico argomento che poteva far presa sui donatisti, diffusissimi in tutta l’Africa settentrionale e che costituivano una sorta di fondamentalismo del tempo, simili all’Isis. Per convincerli a far ritorno alla Chiesa cattolica, Agostino cercò di convincerli che solo la Chiesa cattolica era in piena comunione con le Sedi apostoliche e, di conseguenza, era la vera Chiesa di Cristo.

Se la funzione delle Sedi apostoliche, non solo nella loro origine, ma nel dispiegarsi della storia, è quella di essere radice del Cristianesimo e parametro di comunione ecclesiale, si comprende perché Agostino ha attribuito tanta importanza al fatto della successione apostolica: solamente la certezza della ininterrotta serie di vescovi assicura il collegamento con la sorgente della verità

Dopo dieci mesi trascorsi a Roma, finalmente Agostino poté salpare alla volta di Tagaste, dove possedeva un piccolo appezzamento di terra lasciato in eredità dal padre. Ormai però era tutto proteso a vivere da consacrato a Dio.

La lettura dei libri dei Platonici fu salutare ad Agostino. Un testo, di straordinaria bellezza, merita di essere riportato: “Ammonito da quegli scritti di tornare in me stesso, entrai nella mia interiorità. Entrai e vidi con l’occhio della mia anima, quale che fosse la sua condizione, e vidi al di sopra del mio stesso occhio dell’anima, sopra la mia intelligenza, una Luce immutabile, non questa luce di cui fruiscono tutti, visibile ad ogni carne, né una luce del medesimo genere, ma più grande, come se questa splendesse assai di più, e con la sua grandezza occupasse ogni realtà...