Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

Agostino, poeta e cantore dello Spirito Santo, mette spesso in evidenza un fatto: la presenza dello Spirito Santo nel cuore dei credenti è segnalata dall’amore per l’unità della Chiesa universale, la quale parla di fatto tutte le lingue del mondo, poiché è diffusa in tutto il mondo. Il cristiano che è membro della Chiesa indirettamente parla tutte le lingue.

Agostino vede sempre in unità inscindibile lo Spirito Santo e la Chiesa, la Chiesa e lo Spirito Santo. Grazie allo Spirito Santo le pietre che formano la casa di Dio, il suo tempio spirituale, il suo Corpo mistico, la sua Chiesa, sono cementate tra di loro in una compagine dalla solidissima unità, favorita dall’amore fraterno, di cui la sopportazione è una delle prime manifestazioni: “Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, tutta la terra [...]

Agostino riconosce che lo Spirito Santo è per la Chiesa ciò che è l’anima per il corpo: “Se volete avere lo Spirito Santo, cercate di capire, fratelli miei. Il nostro spirito per cui ogni uomo è vivente, si chiama anima. E voi vedete che cosa fa l’anima nel corpo: essa vivifica tutte le membra. Vede attraverso gli occhi, ode attraverso gli orecchi, odora attraverso le narici, parla attraverso la lingua, agisce attraverso le mani, cammina attraverso i piedi...

Agostino, sempre consequenziale con il deposito della fede cattolica, esprime senza equivoci il suo convincimento che lo Spirito Santo ha il suo campo di azione efficace solo nella Chiesa, unita nella verità e nella carità: “In Lui infatti veniamo riconciliati con Dio e possiamo godere di Lui [...].

Agostino è quanto mai convinto che l’unità ecclesiale della verità nella carità è realizzabile solo grazie alla presenza dello Spirito Santo nel Corpo ecclesiale di Cristo, come sua anima, cioè come principio vivificatore. Grazie alla sua presenza, le membra del Corpo di Cristo sono vive...

Agostino ha sperimentato in prima persona l’importanza e l’efficacia della pazienza di Dio nei suoi confronti. A sua volta ha dovuto esercitarla nei riguardi dei fedeli e degli scismatici ed eretici. Non meraviglia che abbia spesso richiamato i fedeli su questa virtù che è un frutto maturo dell’amore.

Agostino afferma che l’amore fraterno è come il fuoco: comincia lambendo i più vicini e poi si estende ai più lontani, fino ai nemici...

Agostino si prodigava giorno dopo giorno perché nella sua comunità cristiana di Ippona si vivesse il comando del Signore, quello dell’amore fraterno reciproco. E perciò non perdeva occasione per parlarne e tenere così viva la coscienza della sua essenzialità...

Solo l’amore che unisce alla Chiesa dimostra la fede e l’amore nei confronti di Cristo. Non è possibile scindere l’amore a Cristo dall’amore alla Chiesa. Per questo, mentre Agostino non si sazia mai di parlare della carità, della verità e dell’unità, esorta, con la forza di una incoercibile passione a tenere saldi l’unità della Chiesa, Cristo, la carità e a non lasciarsi strappare dal corpo della Chiesa.