Condiscepoli di Agostino

stampa
Zenti mons. Giuseppe

Papa Francesco nella sua esortazione sulla santità invita a mettere insieme l’attività del cristiano con la necessità di alcune soste di carattere spirituale. Precisa anzitutto che il cristiano è chiamato a contribuire alla edificazione del Regno di Dio proprio nel suo agire da cristiano nella ferialità.

Se tutti siamo chiamati alla santità, di fatto siamo chiamati a viverla nella ferialità, nella ordinarietà: “Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito, di tua moglie […]. Hai autorità?

Molto opportunamente il nostro settimanale Verona Fedele ha presentato in termini di inquadramento generale la nuova esortazione apostolica di papa Francesco sulla chiamata alla santità, intitolata Gaudete et exsultate, cioè “Godete ed esultate”: le parole di conclusione del discorso delle Beatitudini.
In quanto Vescovo della diocesi di san Zeno, sospendendo provvisoriamente gli interventi su sant’Agostino, sento il dovere di rileggere il documento papale in modo analitico, come ho fatto per i precedenti: Evangelii gaudium, Laudato si’, Amoris laetitia.

Agostino era più che mai convinto che se la carità fraterna è il tessuto connettivo dell’unità della Chiesa, lo Spirito Santo ne è l’anima e il suo nutrimento è l’Eucaristia. Cristo, infatti, volendo che noi fossimo congiunti inseparabilmente a Lui e tra di noi, ha consacrato sulla mensa il mistero della nostra unità, l’Eucaristia nella quale ci è dato di riconoscere il mistero del proprio corpo, cioè di quella Chiesa che la Bibbia considera come corpo di cui Cristo è il capo.

In più occasioni Agostino ha espresso il convincimento che non hanno operante in sé lo Spirito Santo coloro che volontariamente si sono staccati dalla Chiesa...

Per convincere i fedeli a tenere salda l’unità della Chiesa e i donatisti a far ritorno alla Chiesa cattolica nella quale solo si vive la pienezza dell’unità nella verità, Agostino prendeva spunto da ogni circostanza e da ogni possibile commento ai testi biblici...

Agostino frequentemente ricorre all’immagine paolina del corpo, nel quale ogni membro è organicamente unito agli altri. In ambito ecclesiale spirituale, ribadisce la realtà che la fonte dei doni elargiti ad ogni membro è lo Spirito Santo, fonte delle differenze e, nello stesso tempo, dell’unità del Corpo ecclesiale “Se ami l’unità, ciò che possiede ciascuno lo possiede anche per te...

Secondo la teologia di Agostino, costruita sulla Parola di Dio, solamente chi si tiene dentro l’unità della Chiesa ha in sé lo Spirito Santo. Chi, al contrario, se ne sta fuori, non è vitalizzato dalla linfa dello Spirito, come un tralcio reciso dalla vite: “Una sola persona parlava le lingue di tutte le genti; nelle lingue di tutte le genti vi è l’unità della Chiesa...

Agostino, poeta e cantore dello Spirito Santo, mette spesso in evidenza un fatto: la presenza dello Spirito Santo nel cuore dei credenti è segnalata dall’amore per l’unità della Chiesa universale, la quale parla di fatto tutte le lingue del mondo, poiché è diffusa in tutto il mondo. Il cristiano che è membro della Chiesa indirettamente parla tutte le lingue.