Caffè & brioche

stampa

Ma non avevano detto che no, la scuola non si tocca, i ragazzi hanno bisogno di lezioni frontali, di stare tra di loro, di scuola vera e non digitale. Che non produceva contagi, che anzi sembrava un luogo tutto sommato sicuro rispetto al resto. E poi le lezioni con le finestre aperte sempre, nelle palestre, con i banchi a rotelle tanto amati dalla ministra… Infatti la prima cosa che hanno chiuso è stata la scuola superiore. Per evitare che gli studenti prendano bus e tram intasati perché nessuno ci ha pensato da sei mesi a questa parte. Evviva.

Boh, mi sembrano le solite misure prese a capocchia. Obblighi i cinema a sanificare, a ridurre drasticamente i posti a sedere, e poi li chiudi di nuovo. Tieni aperto i ristoranti e le trattorie a mezzogiorno, ma non la sera: o sono pericolosi sempre, o mai. E quel pochissimo di turismo che stava timidamente riprendendo, ora chiude definitivamente: impossibile mangiare fuori la sera. Tutti a casa, luogo di maggior contagio.

Siamo circondati. Ma non ci arrendiamo e speriamo di sentire quanto prima la tromba della cavalleria mandata in nostro soccorso, guidata da capitan Giuseppe Conte. (Dopo aver scritto una simile cosa, uno ripensa a cosa ha mangiato la sera prima…)

Prove tecniche di lockdown cittadino: chiudere le buche lasciate dai lavori per il filobus. Farà bene alla salute di chi ci vive attorno, o deve transitare ogni giorno più volte da quelle strade

Comunque ha ragione da vendere, il sindaco Sboarina, quando fa notare che vengono proibiti dal Governo i congressi medici (difficile immaginare assembramenti da stadio) e non i cinema, che si svolgono nello stesso modo; gli sport organizzati per i più piccoli che quindi si ammucchieranno nei pochi parchi giochi; le piazze alla gente da una certa ora, mentre in quelle piazze ci sono ristoranti che possono rimanere aperti… Il che ti fa pensare che i famosi esperti che condizionano la nostra vita da mesi ­– che noi immaginiamo intenti a pensare – siano in realtà esperti di Merlot e prosecchini…

Il Governo: che siano i sindaci a stabilire le regole di chiusura per le loro città. I sindaci: eh no, che sia il governo, la Regione, la Provincia, il Consorzio agrario, zio Paperone a farlo. Poi a chiedere i voti di quelli che stanno lì, ci andate voi?

Allora: la ministra dell’Istruzione dice che è da giugno che ha chiesto urbi et orbi di diversificare gli orari di ingresso e di uscita delle scuole alle Regioni, coordinandole con i trasporti pubblici. La ministra dei Trasporti pubblici dice che le Regioni non si sono fatte manco sentire (ma magari si sarà accorta che là fuori qualcosa non andava). Le Regioni si lamentano dei mezzi pubblici intasati come al solito, e adesso che si fa? Ecco perché la Svizzera è un Paese noioso, però…

Tra l’altro, sappiate che indossando la mascherina il più possibile, farete la miglior profilassi anti-influenzale (e anti-epatite, anti-raffreddore, anti tante altre cose brutte).

Si dice da più parti: questi decreti governativi sembrano rivolti a bambini dell’asilo: non mettete le dita nel naso, se nel caso fatelo solo con l’indice e non più di due volte al giorno… Non sarebbe meglio poche regole ma chiare, e basta? Sì, in una società normale. No, nell’asilo Mariuccia chiamato Italia, con 60 milioni di individui che si sono dotati di migliaia di leggi articolatissime, così da poterle aggirare meglio. Fa parte del nostro modo di pensare e agire. Dirci: usa il buonsenso, non basta. Occorre fissare in 6 il numero di ospiti a casa. Così noi ci concentriamo sul fatto che 6 siano troppi, o pochi, e come faremo al compleanno di Filippo?

"Il problema è che passiamo troppo velocemente dall'età in cui diciamo 'farò così', a quella in cui diremo 'è andata così'".