Editoriale

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Il cardinale tedesco Walter Kasper in un libro edito dalla Queriniana (Papa Francesco. La rivoluzione della tenerezza e dell’amore) in uscita proprio in questi giorni, indagando gli influssi teologici e culturali del pensiero di papa Francesco, sostiene che “Jorge Mario Bergoglio ha accolto in sé molteplici correnti. Egli, però, non si lascia incasellare in nessuno degli specifici indirizzi di scuola. È uomo dell’incontro e della prassi, contrario a ogni ideologia miope...

Con venti di guerra che spirano a poca distanza dai nostri confini meridionali e dopo aver visto scorrere il sangue di 21 cristiani copti sgozzati in Libia dai jihadisti dello Stato islamico, siamo entrati nel cuore della Quaresima: un tempo di grazia, di rinnovamento per rinfrancare i cuori e per aprirci agli altri, vincendo l’egoismo che porta all’indifferenza.

Da pochi giorni il professor Sergio Mattarella, il dodicesimo presidente della Repubblica Italiana, si è insediato al palazzo del Quirinale, un luogo che egli stesso ha definito «la casa degli italiani e che è bene lo divenga sempre di più». Se il buon giorno si vede dal mattino, è facile pensare che il suo settennato sarà all’insegna dell’assoluto rigore e della massima sobrietà, così come si addice alla più alta carica dello Stato, chiamata nel non facile compito di essere arbitro imparziale e garante della Costituzione.

Qualche anno fa un tale mi disse: «So che l’inferno esiste e non sarei poi così sicuro che sia vuoto, come sostengono alcuni teologi. Di certo saprei io chi mandarci». Queste parole mi sono tornate alla mente più volte nei giorni scorsi dopo le tragiche notizie che hanno avuto come protagonisti dei bambini. Dapprima ragazzine di nemmeno dieci anni imbottite di esplosivo, inviate e fatte esplodere nei mercati della Nigeria da persone senza scrupoli...

«Più ritmo per l’Italia» auspicò il premier Renzi nella tradizionale conferenza stampa di fine anno. Visto quanto accaduto nei giorni seguenti, verrebbe da pensare che anche a rotoli si può andare con maggiore intensità. L’ultimo dell’anno a Roma sui 904 vigili urbani che avrebbero dovuto essere in servizio (su 6.092 in organico, in pratica un paese con la divisa!), 767 si sono dati assenti, i tre quarti per malattia e 90 senza apparente giustificazione. Insomma, un’epidemia...