Pentagrammi

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La figura di Francesco Durante (1684-1755) occupa uno spazio di assoluto rilievo nella storia della musica europea. Oggi conosciuto unicamente da una ristretta cerchia di studiosi e appassionati di musica barocca, in vita fu tra i più rinomati insegnanti di composizione del continente, nonché richiestissimo compositore di musica sacra.

Concerti annullati, recite d’opera saltate: l’epifenomeno del contagio si può calcolare anche dal punto di vista della cultura musicale. E si verifica in una fase storica in cui la fruizione della musica e la sua economia – diversamente da quanto accadeva dagli anni ’60 ai ’90 – passa assai più dallo spettacolo dal vivo di quanto non si appoggi all’incisione discografica: cosa che vale sia per la musica colta che per quella popolare...

L’estate è l’occasione propizia per accostarsi a un capolavoro della musica novecentesca che richiede il giusto spazio mentale libero, approfittando del tempo festivo da dedicare all’edificazione di sé. Parliamo di un ciclo di Lieder (canzoni d’arte) che vide la luce esattamente 110 anni fa: Il libro dei giardini pensili (Das Buch der hängenden Gärten), intonato sulla serie poetica di Stefan George da Arnold Schönberg nel 1909.

Il recente concerto di Ennio Morricone in Arena, nonché la rappresentazione alla Scala, in questi giorni, dell’opera Die tote Stadt di Korngold (che fu anche tra i maggiori compositori di musica per film della Hollywood classica) ci spinge ad alcune considerazioni rapsodiche riguardo alla musica per il cinema...

«Il Sindaco della città di Verona consegna la Medaglia della Città alla memoria del Maestro Peter Maag nel centenario della nascita (Sankt Gallen 1919 – Verona 2019), quale segno di riconoscenza di tutta la comunità, per l’onore di essere stata da lui considerata propria città adottiva, e quale testimonianza d’impegno a perpetuarne il pensiero e il grande profilo artistico nell’opera voluta dal Maestro Nicola Guerini con il Fondo Peter Maag di Verona e in quella delle Istituzioni da lui e a lui ispirate».

È passata una ventina di giorni dal terribile incendio che ha distrutto gran parte del tetto di Notre-Dame e si sono versati giustamente fiumi di inchiostro sul valore inestimabile che quella cattedrale ha rivestito e riveste nella storia di Francia e d’Europa, non solo dal punto di vista religioso, ma anche da quello più ampiamente artistico, culturale, civile.

Lo spazio di Hector Berlioz (1803-1869), nell’ambito della cultura europea, è vasto, ramificato, espandendosi dalla musica alla poesia, dal teatro alla narrativa, fino alla riflessione critica, alla saggistica, all’estetica: siamo in presenza infatti di uno di quei geni che segnano un’epoca, andando oltre il luogo deputato della loro disciplina per costruire un orizzonte di senso e cultura di ampiezza inusitata, edificando un’opera che può a buon diritto porsi come “critica della cultura” del proprio tempo, e in egual modo fornendo prospettive visionarie per lo sviluppo dell’arte futura.