Svegliatomi presto, ho guardato alla tivù un film-documentario impressionante, "Universe", sulle origini appunto dell'Universo. Arrivato alla clamorosa (per me) dichiarazione che il Big Bang non è stato l'inizio di tutto, ho messo in modalità registrazione. Vengo a lavorare, pregustandomi la visione del resto ed eccitato da cotanta scoperta. Al lavoro m'imbatto subito in sapide dichiarazioni del politico tal dei tali, e delle interessantissime polemiche sugli organi di controllo del mondo del calcio. E l'entusiasmo, come dire, se ne va via in modalità big bang
Amici friulani attirati da Verona e dalle sue bellezze, hanno dedicato un fine settimana a quelle di provincia: il Baldo e Novezzina, il santuario della Madonna della Corona, quindi una discesa gastronomica fino a Valeggio e poi passeggiata a Borghetto. Estasiati da tutto. Un po' stupiti però da quel che, a loro dire, è una relativa valorizzazione turistica di luoghi che molti altri territori si sognano. «Ma chi fa la promozione turistica a Verona?», mi hanno chiesto. Promozione turistica?
Dice Joe Biden: la protesta pacifica è sempre ammessa; la protesta violenta che viola le leggi, mai. Chiaro, inequivocabile, da sottolineare per ogni frangente. Anche qui da noi
Mi fa sempre impazzire leggere che Benito, negli anni giovanili, fu ardente socialista, addirittura direttore de L'Avanti!. Espulso perché, si direbbe oggi, troppo estremista pure per i socialisti, e per aver appoggiato l'intervento dell'Italia nella Grande Guerra. Qui invece riconosco il Mussolini che voleva un popolo di sanguinari e non aveva nessuna remora di fronte alla violenza. (Il tutto mi viene in mente pensando a quei ragazzi che militarono tra i nazifascisti tra il 1944 e il 1945 e, divenuti adultie magari famosi, diventarono strenui fiancheggiatori dell'estremismo. Di sinistra)
Ha detto che sulla scheda elettorale si può scrivere il suo nome, oppure solo Generale. Che poi a me erano venute in mente tante altre parole per definirlo meglio, ma forse inopportune su una scheda elettorale
Semplicemente, non ci posso credere che il generale Roberto Vannacci abbia detto in pubblico e non al suo baretto mentre partecipa alla gara di rutti, che gli studenti disabili devono essere messi in classi diverse dai "normali". Se vero, semplicemente mi rifiuto di credere che Matteo Salvini – uomo che ormai non ne combina una giusta nemmeno quando si infila le scarpe – lo abbia messo in lista per le elezioni europee. E mi rifiuterò di credere che ci sia qualche elettore leghista che, magari appannato da una serie di Merlot bevuti di fila, vada al seggio e voti per il suddetto generale. Sempreché sia tutto vero.
Cercavo informazioni sulle elezioni regionali in Basilicata su Repubblica.it. Chissà perché, la notizia era relegata sotto i gatti che fanno le fusa e dietro una pubblicità molto evidente. Forse che il risultato delle stesse c'entri qualcosa?
Stamattina guidavo l'auto nella bufera, il termometro segnava 6 gradi e ad un certo punto, in una via del centro, ho visto una ragazzina in maniche corte e pancia un po' scoperta andare a scuola. E io a pensare a coliti, broncotroncopneumosassinosi e ai mali che al solo vederla venivano a me. Ma lei era giovanissima e prende a sberle la colite. O almeno lo spero.
Una nullafacente ministra del governo spagnolo ha avuto il tempo di criticare la mozione presentata da un parlamentare italiano che propone (non obbliga: propone) alle Regioni di attivare nei consultori degli spazi in cui associazioni del Terzo settore attive sul fronte della maternità possano essere di sostegno alla madre nella decisione di abortire, o meno. Inbsomma, di dare completezza ad una legge italiana, la 190, rimasta incompleta appunto in questa parte da oltre 40 anni e certamente non una legge spagnola. Oppure si fa così: si chiude il Parlamento italiano, che ci costa pure un sacco, si evitano altre elezioni democratiche e si trasferisce la funzione legislativa a casa di Ana Redondo. Cosa che la signora evidentemente gradirebbe molto, in un grande sussulto democratico.
Il ministro che tutto il mondo ci invidia, Adolfo Urso, ha sbroccato contro Stellantis che aveva chiamato la sua sua Alfa Milano, pur producendola in Polonia. Del tipo: se venite a produrla qui, allora mi calmo perché state sfruttando un nome italianissimo. Risultato: l'Alfa continuerà a essere prodotta in Polonia e si chiamerà scialbamente Junior. Lasciamo perdere che "l'americana" Jeep è costruita in Basilicata, e su questo l'Adolfo nostro è muto come una tomba, ma il bello è che Ursone è ministro sapete di cosa? Del Made in Italy: già, la famosa espressione bergamasca che esprime ciò che è prodotto, anzi built in Italy. Perché non Ministero del fatto in Italia? E chissà quante ancora ce ne regalerà, l'emulo del famigerato Danilo Toninelli, finora il peggior ministro della storia repubblicana. Che ora però trema: i record esistono per essere abbattuti.