Spiato in tv
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Il metodo è imparziale diversamente dal contenuto

Certamente tra i grandi temi di attualità alcuni assumono un’importanza speciale dovuta alla loro complessità, per questo spesso ci si trova di fronte a profondi Dilemmi da sciogliere...

Parole chiave: Dilemmi (1), Spiato in tv (180), Gianrico Carofiglio (1)
Il metodo è imparziale diversamente dal contenuto

Certamente tra i grandi temi di attualità alcuni assumono un’importanza speciale dovuta alla loro complessità, per questo spesso ci si trova di fronte a profondi Dilemmi da sciogliere. Ed è proprio questo il titolo che Gianrico Carofiglio (magistrato, romanziere e politico, nella foto) ha voluto dare a questo nuovo appuntamento televisivo in onda il lunedì in seconda serata su Rai 3. Nelle sei puntate monotematiche vengono affrontati temi di diverso spessore: dal fine vita alla possibilità di nutrirsi anche di carne o solamente di vegetali. Con poca presenza di pubblico, peraltro muto, a un esponente di ciascuna delle contrapposte correnti di pensiero viene offerta la possibilità di esporre la propria opinione misurandosi con delle ferree direttive di esposizione. Infatti, il confronto è regolamentato dall’obbligo di citare le fonti di quanto affermato, dal divieto di distorcere le parole di chi siede di fronte e dalla proibizione di sferrare attacchi personali, oltre a tempi d’intervento ben cadenzati per ciascun ospite. Il conduttore inizia questo singolare dialogo con una premessa che già dalla maniera in cui è impostata fa capire da che parte sta. Egli, infatti, si dimostra imparziale nel metodo, ma di certo non nel contenuto degli argomenti esposti. Il suo viso come la sua maniera di cadenzare le parole rivelano i tratti di persona crucciata, tremendamente seriosa e vagamente triste. La scenografia dello studio intende, inoltre, ben distinguere le diverse scelte di campo attraverso l’illuminazione di quadrati rossi da una parte e azzurri dall’altra. Entrambi i colori poi diventano gialli quando, in conclusione di puntata, fa la sua comparsa Lella Costa che propone un monologo ricco di citazioni e di certo accattivante ma anch’esso già ben schierato verso il politicamente corretto. Il critico del Corriere della Sera Aldo Grasso ha definito il programma come la televisione in bianco e nero, un po’ scialba. Infatti, non basta l’idea di voler differenziarsi il più possibile dalle risse ingaggiate in molti salotti televisivi dove l’audienceviene tenuta alta dai toni accessi delle diatribe e dove può volare anche qualche insulto. Qui, contrariamente a quanto avviene altrove, tutto pare asettico, sterilizzato, perfino imparziale dietro il paravento delle buone maniere. Viene alla mente la trasmissione iniziata negli anni Sessanta Tribuna politica di Jader Jacobelli, con i suoi toni equilibrati e uno stile garbato. Carofiglio più che l’erede di quel giornalista ne sembra un po’ la caricatura, perché non ne possiede né l’autorevolezza né l’equidistanza fra le posizioni in campo.      

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