Il Fatto di Bruno Fasani

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L'approfondimento settimanale di Monsignor Bruno Fasani

Fasani mons. Bruno

Otto minuti e quarantasei secondi. Tanto è bastato a George Floyd, afroamericano di 46 anni di Minneapolis, per morire sotto il peso del corpo di un poliziotto senza scrupoli. Le sue ultime parole, prima dello scadere della clessidra sono state: «I can’t breathe»...

Con il solito imbroglio semantico, che è quello di nascondere la verità dei fatti sotto una camicia lessicale che la mimetizzi, vengono definiti haters. Questo in inglese, ma per chi dovrebbe sapere quello che c’è dietro, e ancor più chi sono quelli che scrivono, dalle nostre parti si chiamano odiatori...

Vedere masse di buontemponi accampati fuori dai bar o negli spazi pubblici, in barba a tutte le regole di sicurezza di questi giorni, fa male agli onesti. La chiamano movida, dal nome del movimento socio-culturale nato in Spagna alla fine del franchismo e continuato per tutti gli anni ’80...

Oggi le chiamano fake news, ossia notizie false. Cosa si nasconda sotto il cappello che portano in testa è tutto da indagare. Tanto più che dietro a quel generico false si cela proprio di tutto. False dichiarazioni scientifiche, notizie per sentito dire, giornalisti che sostengono tesi funzionali ai partiti per i quali sono a libro paga, burle da quattro soldi, dichiarazioni di uomini politici, preoccupati di salvare la poltrona più che la faccia e, non ultimo, la mitragliata di balle che ogni giorno su Facebook mette in circolazione il peggio della creatività malata di tanti suoi frequentatori...

Basta scorrere la cronaca riguardante lo stop alla celebrazione dei sacramenti per accorgersi come le forze partitiche stiano incanalando strumentalmente lo scontento di una parte del mondo cattolico. Ma quanto realmente sta a cuore a certa narrazione giornalistica la fede dei cristiani delusi e quanta ingenuità c’è, da parte di questi, nel lasciarsi strumentalizzare?

Per chi la guerra, e si tratta della maggioranza degli italiani, per sua fortuna non l’ha vissuta, il flagello del Coronavirus ce ne sta regalando uno scampolo mica da ridere. Anche se è l’economia a tener banco sul piatto dei lamenti, insieme con la paura d’essere contagiati e morire, è tutto il sistema delle relazioni umane ad essere entrato in fibrillazione...

Che non sia stato uno stinco di santo è risaputo. Sappiamo però che sul letto di morte volle ricevere i sacramenti, per morire da cattolico come aveva tanto desiderato in vita, trovando peraltro sempre l’opposizione del fratello che minacciava di togliergli la casa e buttarlo sul lastrico, se solo avesse pensato di abbandonare la religione anglicana. Oscar Wilde morì solo e povero a Parigi, il 30 novembre del 1900 a soli 46 anni, dopo una vita tormentata, intrecciata di genio e dissoluzione...

Succede talvolta che uno viene ricoverato in ospedale per un’urgenza. Tutto si concentra sulla patologia per cui è stato richiesto il ricovero. Poi, una volta fatta l’anamnesi con cui si cerca di capire la storia dietro ai fatti, si procede con l’analisi strumentale. E qui, tante volte, comincia il bello, anzi il brutto. Perché i malanni sono come le ciliegie: uno tira l’altro...

In questa settimana, che non è meno santa per l’assenza di riti comunitari, i cristiani più attenti avranno avuto modo di leggere in filigrana i tanti messaggi che ci vengono da questo obbligato silenzio liturgico. A cominciare dal bisogno di esprimere la fede nei gesti...