Condiscepoli di Agostino
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Una bella definizione di popolo

Nel contesto delle riflessioni che offre sulla giustizia, Agostino apre uno squarcio sull’identità del popolo. Chi è un popolo?

Parole chiave: Mons. Giuseppe Zenti (310), Vescovo emerito di Verona (21), Sant'Agostino (175), Aforismi (46)

Nel contesto delle riflessioni che offre sulla giustizia, Agostino apre uno squarcio sull’identità del popolo. Chi è un popolo? Nel libro 19 della Città di Dio inizia con una definizione, che poi completa immediatamente. Anzitutto afferma, al negativo: “Se non vi è giustizia, certamente il popolo non è l’unione degli uomini associata dalla conformità del diritto e della partecipazione degli interessi” (De civ. Dei 19,23.5). La giustizia sta dunque a fondamento di un popolo. Gli elementi essenziali che costituiscono l’identità di un popolo sono due. In primo luogo è una unione di persone, ciò che in definitiva corrisponde nello stesso immaginario popolare all’essere popolo. Ma, secondo aspetto, tale unione ha delle caratteristiche: un popolo si associa sulla base di una legislazione condivisa, in vista di una comunanza di interessi. Nel paragrafo successivo, Agostino delinea il concetto con parole ancora più chiare: “Il popolo è l’unione di un certo numero di individui ragionevoli associati dalla concorde partecipazione degli interessi che persegue” (De civ. Dei 19,24). Alla definizione precedente aggiunge la distinzione fondamentale rispetto all’assembramento di animali, come precisa subito dopo, affermando che si tratta di una unione di esseri intelligenti; come pure aggiunge il senso della concordia, che è l’anima dell’unione di tante persone. Certo, tale unione ha come obiettivo una serie di interessi, che Agostino non specifica, ma che ogni popolo definisce per sé. Una simile definizione di popolo era già stata espressa da Cicerone, il quale però non aveva inserito il concetto di concordia. In ogni caso, le osservazioni contenute nei due testi citati di Agostino hanno un valore di straordinaria attualità. Di fatto, ogni popolo, quello italiano in particolare, deve fare riferimento ad una legislazione condivisa, qual è la Costituzione, senza contestarla; deve precisare i propri obiettivi che rispettino gli interessi comuni, che cioè mirino al bene comune; infine, deve fare il possibile perché non prevalgano le tensioni tra partiti o schieramenti politici, ma vi sia di mira la concordia, che è la vera anima di un popolo: non minoranza contro maggioranza, per partito preso, ma maggioranza e minoranza al servizio del bene comune del popolo. E il bene comune del popolo sta proprio nella concordia.

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