Una giornata particolare
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In memoria di Martin Luther King (e del generale secessionista Lee)

Due personalità agli antipodi accomunate dalla festività ravvicinata

Parole chiave: Martin Luther King (1), Memoria (9)
In memoria di Martin Luther King (e del generale secessionista Lee)

l terzo lunedì del mese di gennaio (quest’anno il 17) si celebra negli Stati Uniti d’America la Giornata di Martin Luther King, il leader del movimento per l’uguaglianza e la fine della segregazione razziale, nato il 15 gennaio 1929.

Un primo disegno di legge per fissare una festa federale in suo onore fu presentato già nel 1979, con l’appoggio dei sindacati e soprattutto di Edward Brooke (1919-2015), il primo senatore nero nella storia degli Stati Uniti d’America. La proposta non divenne legge per uno scarto di cinque voti e per gli argomenti portati avanti dagli oppositori: una vacanza pagata in onore di King sarebbe stata troppo costosa e contraria alla tradizione, dato che era stato solo un privato cittadino che non aveva mai ricoperto cariche pubbliche. Le sei milioni di firme raccolte nei due anni successivi portarono a una svolta che vide la Giornata trovare l’approvazione presso le due camere del Congresso e la firma del presidente Reagan, inizialmente contrario alla vacanza. Celebrata per la prima volta il 20 gennaio 1986, è legata al terzo lunedì di gennaio e non alla data fissa del compleanno per le linee guida del cosiddetto Uniform Monday Holiday Act (promulgato nel 1968) che trasferisce a inizio settimana alcune festività civili in modo da aumentare i fine settimana lunghi e favorire il settore turistico. Se è nell’anno fortunato, poi, un buon cittadino del Texas può avere una lunga pausa a metà gennaio, dato che il 19 si celebra a livello statale il Confederate Heroes Day. Si commemorano – in una ricorrenza discussa da più parti – i leader dell’esercito confederato, nella data del compleanno del generale Robert E. Lee (1807-1870). Nato nella Stratford Hall Plantation (Virginia) iniziò la sua carriera nell’esercito federale statunitense per poi sposare la causa dei nascenti Stati Confederati d’America, pur non essendo mai un assertore della secessione.

Durante la guerra civile (1861-1865) guidò per oltre tre anni la prestigiosa Armata della Virginia settentrionale e negli ultimi mesi divenne ufficialmente il comandante in capo dell’esercito sudista. Dalla forte personalità e dalla grande abilità strategica, riuscì a vincere alcune battaglie contro forze militari unioniste nettamente superiori. All’epoca fu osannato anche dagli avversari per le sue qualità e perché, pur da sconfitto, si impegnò per la riconciliazione: non riuscì ad ottenere la tanto cercata amnistia per gli avvenimenti bellici, ma nel 1975 fu offerto dal presidente Gerald Ford un perdono postumo a lui e a tutti i confederati che avevano giurato fedeltà alla Costituzione degli Stati Uniti d’America. La sua memoria è spesso attaccata in quanto confederato e proprietario di schiavi, ma la ritroviamo pure nel telefilm Hazzard, dove la famosa macchina si chiama proprio Generale Lee. Per unire queste due celebrazioni, quest’anno basta un piccolo ponte sul calendario, ma la distanza tra le persone che ne portano avanti il ricordo, spesso ideologicamente, appare decisamente più ampia.

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