Spiato in tv
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La politica di notte interessa a pochi

Night tabloid, giunto alla terza stagione, si affianca ai tanti programmi di dibattito politico presenti a ogni ora sul piccolo schermo...

Parole chiave: Spiato in tv (181), Night tabloid (1), Annalisa Bruchi (3)
La politica di notte interessa a pochi

Night tabloid, giunto alla terza stagione, si affianca ai tanti programmi di dibattito politico presenti a ogni ora sul piccolo schermo. Al timone di questo salotto che si anima attorno alla mezzanotte con un arredamento sul palco tutto trasparente, c’è Annalisa Bruchi (nella foto). Applaudita da un pubblico che resta in penombra, a luci soffuse intervista i personaggi politici più in vista del momento. Le fanno da supporto una serie di servizi in esterna che inquadrano meglio il problema e raccolgono il pensiero delle gente comune. Lo stile è volutamente garbato, evitando con oculatezza di scadere nel rinnovarsi sempre uguale del teatrino della politica tra insulti e screditamento a priori degli avversari. Gli esponenti dei diversi partiti siedono l’uno accanto all’altro, pronti a rispondere alle domande poste da lei e da due ottimi giornalisti comprimari: Aldo Cazzullo e Alessandro Giuli. Questo modo di conduzione rigoroso e a più voci facilita la comprensione degli argomenti trattati anche da parte dei non addetti ai lavori, evitando che il confronto si rinchiuda nelle solite e ormai ridicole beghe personali o di schieramento. La Bruchi, impeccabile nei suoi abiti eleganti, non si siede un attimo, somiglia a Bianca Berlinguer con il suo piglio da maestrina. È sempre molto ben documentata su ciò di cui si discute, ma le manca di dare un’anima, un tocco di personalità alla sua conduzione. Sorride spesso, cerca di sdrammatizzare, ma confonde l’imparzialità con il tono asettico e distaccato. Le storie, le analisi, gli scenari, le foto che si annunciano nella sigla iniziale avrebbero bisogno di un modo di presentazione più appassionato e convinto, di qualcosa di più rispetto alla mera esecuzione di un compito assegnato. La rubrica inziale “L’agenda”, curata da Alessandro Poggi con le sue interviste, proposte e raccolte per strada ai governanti, trasmette, invece, freschezza e semplicità.
Vista l’ora di messa in onda sono soltanto poco più del 3% i televisori sintonizzati sul programma, corrispondenti a meno di mezzo milione di persone; un piccolo stuolo di irriducibili, desiderosi di sentire parlare di politica anche all’inizio della notte. La trasmissione non aggiunge nulla di nuovo a quanto è già stato sentito e detto durante la giornata. Gli esponenti di spicco del governo guardano altrove per lanciare i propri scoop mediatici. La Bruchi conduce la sua buona battaglia con onestà ma senza la vittoria finale.

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