Quella piovra che allunga i tentacoli
Giovanni Impastato
Oltre i cento passi
Piemme – Segrate (MI) 2017
pp. 204 – euro 17,50
Per la prima volta Giovanni Impastato racconta, dalla sua prospettiva, le mafie in Italia.
Scrive innanzitutto da fratello minore di Peppino Impastato, colui che nella primavera del 1977 inaugurò assieme a un gruppo di amici Radio Aut e con la sua voce scosse la Sicilia, denunciando i reati di Tano Badalamenti e l’omertà dei compaesani di Cinisi, che del boss era il feudo. Battaglia che portò avanti finché la sua voce, nella notte tra l’8 e il 9 maggio, fu fatta tacere.
Scrive da fondatore dell’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato: focolare di memoria che da quarant’anni viene mantenuto vivo per contribuire alla sensibilizzazione e al contrasto alla criminalità organizzata. Luogo che spalanca le porte a chi, in particolare alle giovani generazioni, ha desiderio di capire. Ed è tra le mura di questa abitazione che le parole potenti di Peppino continuano a riecheggiare, a diffondersi ed evolversi, motivando quanti in suo ricordo hanno deciso di intraprendere la strada della legalità.
“Errore dei mafiosi: voleva fare il giornalista, l’hanno messo a tacere, hanno amplificato la sua voce”, indica tra le righe l’autore. Messaggio che fa eco nelle pagine del libro Oltre i cento passi, al cui testo si aggiungono le illustrazioni del disegnatore satirico Vauro per spezzare una narrazione fitta di aneddoti che dalla Sicilia si amplificano al panorama nazionale. In questo modo è come se i fratelli continuassero a camminare l’uno accanto all’altro. Quando erano ancora bambini, ignari di cosa fosse realmente il fenomeno mafioso, alla scoperta delle sue atrocità e dei tentacoli che si diramano dal Sud al Nord del Paese; uniti in una lotta fatta di manifestazioni in piazza, di denunce, di ricerca di dialogo stando in mezzo alla gente e alla storia. Non viene trascurato il capitolo delle indagini sull’uccisione di Peppino, tra tentativi di depistaggio e riconoscimento dell’omicidio per mano mafiosa. Svolta considerata una “resurrezione”, anche per la madre Felicia, cui il libro riserva ampio spazio: fu un tenace esempio di Resistenza del far emergere la veridicità degli eventi che sconvolsero la sua famiglia.
Evidente è la consapevolezza: contro la mafia c’è ancora molto da fare e si può sconfiggere solo con la volontà politica. Impastato riflette sull’evoluzione di un fenomeno sempre più invisibile perché intrecciato oggi all’economia, alla burocrazia, al tempo libero. Con professionisti insospettabili che adottano i metodi mafiosi, diventando a loro volta mafiosi. Tanto che quei “cento passi” che secondo Peppino separavano dalla mafia si sono moltiplicati, arrivando a invadere la casa di tutti, non solo quella di Peppino Impastato. Abitazione che è il punto da cui tutto parte e dove si ritorna.