Almeno i discorsi tenuti in pieno inverno potevano essere protratti da Agostino per circa un’ora e mezza – due ore! Tutti discorsi impegnativi, benché l’oratore avesse la capacità di far stare attenta la sua assemblea, di tenerla cioè inchiodata al suo dire, sollecitando l’attenzione con continue domande...
Agostino intende commentare ai fedeli di Ippona il testo di Giovanni: «Ecco l’Agnello di Dio!». Chi proferisce queste parole? Giovanni il Battista. E Agostino coglie l’occasione per evidenziare la sua umiltà, che altro non era se non lo specchio dell’umiltà di Cristo...
Agostino commenta ai suoi fedeli di Ippona il Vangelo di Giovanni. Tratto per tratto. Nel suo terzo incontro commenta il testo: “Dalla sua pienezza abbiamo ricevuto grazia su grazia”. Quale grazia? La salvezza, grazie all’umiltà subita mediante la croce: “Siamo uomini cristiani. E se cristiani, certo con lo stesso nome, appartenenti a Cristo. Portiamo sulla fronte il suo segno, del quale non ci vergogniamo, se lo portiamo anche nel cuore”...
Potrà forse sembrare strano il fatto che Agostino tenesse riflessioni di alta teologia alla sua gente, composta in prevalenza di contadini, pescatori, pastori, artigiani...
In una lunga serie di articoli che seguiranno ci lasceremo guidare da Agostino come fossimo la sua comunità di Ippona, di cui nel 416 ha cercato di risollevare la spiritualità alquanto in crisi, nutrendola con il commento al Vangelo di Giovanni...
Dopo aver preso in considerazione gli aforismi di Agostino estratti dalla triade importante: le Confessioni, la Città di Dio, la Trinità, ci soffermeremo sugli aforismi contenuti nel trattato sul Vangelo e sulla Prima Lettera di Giovanni...
Alla conclusione del suo trattato sulla Trinità, Agostino sente il bisogno di esprimere proprio alla Trinità un inno di lode e di ringraziamento...
Giunto ormai alla conclusione del trattato sulla Trinità, Agostino indugia sull’identità dello Spirito Santo, definito propriamente l’amore tra il Padre e il Figlio, cosa già precedentemente evidenziata quando aveva definito la Trinità in questi termini: “Colui che ama, ciò che è amato, l’Amore” (“Amans, quod amatur, amor”)...
Il volto di Dio Trinità va sempre cercato dal credente, come sollecita a fare il salmista: “Si rallegri il cuore di coloro che cercano Dio: cercate Dio e siate forti; cercate sempre il suo volto” (Sal 104,3-4)
Sta per aprirsi davanti a noi la Settimana Santa, nella quale la Liturgia celebra gli eventi della nostra salvezza, operata dal Mistero pasquale di Gesù Cristo