Informazioni Pastorali "Andrà tutto nuovo"
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Tornerà tutto come prima? No, “Andrà tutto nuovo”

 Ogni narrazione potrà diventare momento di vera comunità

Parole chiave: Pastorale Verona (1), Andrà tutto nuovo (11)
Bonetti Alessandro x sito

Tutti attendiamo di tornare alla normalità: mancano pochi giorni alla riapertura delle chiese e finalmente si potrà tornare a Messa. “Tutto tornerà come prima!”.
All’inizio della pandemia molti dicevano: «Andrà tutto bene!». È la tipica frase dei film americani, anzi forse incarna il sogno americano. Certo, tutto andrà bene! Si ascolta l’inno nazionale, si canta Azzurro dal balcone di casa, si impasta la pizza. Possiamo farcela, siamo forti. Purtroppo però ci siamo accorti che questo non era un film.
Siamo quindi passati al “dobbiamo resistere”. La resilienza è una caratteristica tipica dell’italiano. Nei momenti difficili, l’abitante dello Stivale sa dare il meglio di sé: noi siamo quelli che nelle difficoltà ce la sappiamo cavare sempre.
Anche le nostre comunità cristiane, con i loro intraprendenti pastori, per poter stare vicino al loro gregge hanno escogitato infinite iniziative, talora anche un tantino bizzarre, sempre in attesa che tutto ritorni come prima.
Purtroppo o per un disegno della Provvidenza, non potrà “andare tutto come prima”. A Messa torneremo, ma contingentati. La celebrazione comunitaria dei sacramenti resta sospesa. Gli incontri e le riunioni di persone per un certo tempo non saranno possibili. Una cosa è certa: le nostre comunità dovranno trovare strade nuove per essere fedeli al mandato di Gesù: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15).
In ogni momento di grande crisi ci sono due atteggiamenti possibili: la rassegnazione cercando di adattarsi al minimo possibile; oppure il coraggio di cogliere le opportunità che la situazione ci mette davanti per aprire strade nuove.
La nostra Diocesi di fronte al tempo difficile che tutti abbiamo vissuto, con lo sguardo proiettato verso il futuro, vorrebbe cogliere l’opportunità di aprire un tempo di riflessione autentica e sincera sulla realtà ecclesiale.
Vorremmo avviare un processo che “permetta di lavorare a lunga scadenza, senza ossessione dei risultati immediati, che aiuti a sopportare con pazienza situazioni difficili o avverse, o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone” (Evangelii Gaudium 223).
Vorremmo realizzare spazi di dialogo narrativi, per porsi di fronte alla realtà senza doverla subito spiegare o piegare a delle idee, per narrare l’opera che lo Spirito compie in questo tempo particolare. Vorremmo aprire un tempo dove tutti coloro che si possono riunire, possano attivare processi di dialogo e narrazione nelle case, nelle fraternità, nei piccoli gruppi, laddove si è chiamati a vivere insieme, per ascoltare e condividere racconti di risurrezione vissuti in questo tempo.
“Andrà tutto nuovo” è il titolo che vorremmo dare a questo processo che vorrebbe coinvolgere tutto il popolo di Dio. Un grande processo di conversione, perché dopo questo tempo di lockdown, non può essere aperta una riflessione solo per esperti o per addetti ai lavori, perché lo Spirito di Dio, in particolare nei tempi di grande cambiamento, soffia dove vuole e un ascolto profondo del popolo di Dio alla luce della Parola, permette di sentire la voce del Signore.
Sarebbe bello che a tutti fosse data la parola, perché tutti si potessero sentire nella Chiesa agenti di cambiamento, tutti potessero dare il loro contributo per qualcosa di grande, capace di smuovere le cose e aprire orizzonti di creatività. Vorremmo che tutti i cristiani si sentissero parte di un flusso creativo che parte dallo Spirito Santo per mettere in atto una trasfigurazione della realtà.
E questo lo vorremmo fare tutti insieme come Chiesa che vive nella terra di san Zeno, come comunità credente che si proietta in uscita per trasformarsi in vista dell’evangelizzazione più che per l’autoconservazione (Cfr Evamgelii Gaudium 23). Ma anche per evitare il rischio che, di fronte alle difficoltà, ognuno attivi i propri modelli interpretativi per dare ancora più forza alle sue precomprensioni, invece di mettere in atto un processo di conversione sinodale.
Ogni narrazione potrà diventare momento di vera comunità dove ogni fratello e sorella sa prendersi cura delle ferite altrui. Nello stesso tempo ogni racconto, raccolto e condiviso potrà essere fonte di ispirazione che proietta raggi di luce sul futuro del cammino pastorale della nostra Chiesa.
“Andrà tutto nuovo” vorrebbe essere un punto di partenza per il dialogo in molte famiglie che in questo tempo si sono riscoperte piccole Chiese domestiche. Ma anche per tutti i battezzati che in forza del loro essere di Cristo sono inondati dello Spirito di Dio.
Attivare un processo di narrazione ha bisogno di qualcuno che se ne prenda cura, che raccolga e condivida ciò che è stato espresso perché nulla vada perduto. Sarebbe bello che i giovani si mettessero a servizio dei più anziani perché la memoria diventasse ricchezza. Che i poveri e gli scartati dessero il loro contributo perché il loro sguardo è quello di Cristo. Che i missionari e fratelli e le sorelle di altre nazionalità ci aiutassero ad uscire da schemi prefissati. Che ogni sposo e ogni sposa diventassero padri e madri non solo dei loro figli, ma di tutti i loro vicini.
Cercheremo di muovere molti cuori perché diventino “missionari dell’ascolto” perché siamo fiduciosi nel Signore che “tutto andrà nuovo”.
Mons. Alessandro Bonetti
Vicario episcopale per la pastorale

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