Editoriale
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Una giustizia che rassicuri il cittadino

Che il pianeta giustizia non sia dei più semplici, tranquilli e lineari, va da sé. Ma dinanzi a taluni pronunciamenti dei giudici, anche l’uomo della strada, come chi scrive, capirebbe che con un po’ di buon senso si eviterebbero certe decisioni assurde che rischiano di aumentare ulteriormente il danno già provocato...

Parole chiave: Giustizia (15), Sicurezza (7), Editoriale (404), Alberto Margoni (64)

Che il pianeta giustizia non sia dei più semplici, tranquilli e lineari, va da sé. Ma dinanzi a taluni pronunciamenti dei giudici, anche l’uomo della strada, come chi scrive, capirebbe che con un po’ di buon senso si eviterebbero certe decisioni assurde che rischiano di aumentare ulteriormente il danno già provocato.
Premetto: non intendo essere giustizialista ma garantista, nella convinzione che nessun imputato va considerato colpevole prima della condanna definitiva (cfr. art. 27 della Costituzione Italiana). Tuttavia alcuni fatti di questi giorni mi lasciano perplesso, per usare un eufemismo. Un automobilista in un grosso centro della Bassa provoca un incidente che causa il ferimento di tre persone, fugge, viene beccato a tre chilometri di distanza, arrestato dalla Polizia stradale, ma al termine dell’udienza ritorna libero. Se ne riparlerà a fine dicembre, al processo. E nel frattempo? Speriamo bene.
Un 23enne dj spagnolo viene arrestato a fine luglio a Milano per aver preso a pugni dieci passanti. Il giudice accoglie l’istanza dei suoi difensori per il trasferimento agli arresti domiciliari in una struttura psichiatrica ligure, ma non ne dispone l’accompagnamento con una scorta. E, ovviamente, messo alla porta di San Vittore, il giovane se n’è andato. Il fatto che in autobus (via Nizza) sia tornato a San Sebastian, dove vivono i suoi genitori, e si trovi nell’ospedale psichiatrico della città basca, porta solo a dire: per fortuna! E se nel frattempo avesse aggredito qualcun altro, chi ne avrebbe risposto? Certo, una norma del 2014, prevede che l’accompagnamento sia l’eccezione e non la regola, ma con un minimo di buon senso…
La sicurezza dei cittadini non è meno importante della discrezionalità dei giudici nell’applicazione delle norme. Anzi, lo è indubbiamente di più, se non altro perché, oltre alla punizione del reato commesso, si dovrebbe impedirne la reiterazione, rassicurando in questo modo le vittime e l’intera società civile. E invece spesso non è così e ci sono persone rimaste vittima di un reato che, nonostante l’arresto del colpevole, l’indomani se lo ritrovano libero, come se nulla fosse. Al contrario i dati dicono pure che centinaia di individui soggetti a misure cautelari, talora detenuti in carcere per il pericolo di fuga, reiterazione del reato o inquinamento delle prove, un domani – a volte lontano – saranno assolti. E chi li risarcirà, soprattutto nel morale e nella reputazione?

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