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Riparare il torto fatto alla vittima è la nuovo frontiera della giustizia

di MARTA BICEGO
La "ripartiva" mette le due parti di fronte per tentare una riconciliazione 

Riparare il torto fatto alla vittima è la nuovo frontiera della giustizia

di MARTA BICEGO
La più grande lezione sulla giustizia riparativa, Tim Chapman l’ha avuta da un giovane ragazzo, autore di reato. Poco prima del colloquio che lo avrebbe portato, faccia a faccia, con la sua vittima. «Gli ho chiesto come si sentisse rispetto al danno causato, mi rispose: “Non lo so”. Com’era possibile?», ha raccontato al convegno promosso da Fondazione Esodo con Caritas Verona e cooperativa sociale Il Samaritano. Subito dopo la precisazione: «“Come posso sapere se mi dispiace, finché non ascolto quello che mi deve essere detto?”, mi disse. L’incontro andò molto bene».
Attraverso storie, esempi concreti, l’esperto (membro del Forum Europeo per la giustizia riparativa dopo esserne stato presidente, nonché autore di diverse pubblicazioni e docente di un master sulla tematica) ha dimostrato come la giustizia riparativa possa trovare applicazione nella risoluzione dei conflitti. Perché, per certi versi, è una modalità familiare alla società, che ha origini antiche. Concetto che l’ha riportato alla sua infanzia, trascorsa in Nigeria, e all’immagine del capo villaggio e dei cittadini, riuniti in cerchio all’ombra di un grande albero per discutere di problemi, preoccupazioni, conflitti fino a trovare per essi una soluzione. «Avevo 4 anni e molto spesso mi sono chiesto se sia stata questa la mia prima esperienza con la giustizia riparativa.
Da grande quel ricordo ha assunto un significato pregnante», ha evidenziato. «Dobbiamo sempre ricordarci che tribunali, Stati, giudici sono invenzioni recenti. Non molto tempo fa non c’erano le prigioni o la polizia, però esistevano i reati e i problemi si risolvevano insieme alla società», ha proseguito. A livello di Nazioni Unite, di giustizia riparativa si discute dalla metà degli anni Ottanta. Lo scorso anno è stata oggetto della Conferenza dei ministri della Giustizia del Consiglio d’Europa che si è svolta a Venezia per incoraggiare gli Stati membri a elaborare piani d’azione o politiche nazionali, a promuoverne l’applicazione per i minori in conflitto con la legge, a implementare la formazione dei professionisti del diritto.
Fasi che Chapman ha attraversato, per vent’anni, in Irlanda del Nord dove l’applicazione della giustizia riparativa è stata messa al centro del sistema di giustizia penale, avendo come effetto la riduzione del tasso di criminalità e di detenzione giovanile. Dall’applicazione della legge nel 2002, ha fatto notare, «a tutte le persone sotto i 18 anni che avevano commesso un reato, doveva essere data la possibilità di partecipare a un percorso di giustizia riparativa. All’inizio era difficile, adesso è la normalità». Grazie alla mediazione e a un approccio inclusivo che diventa un’opportunità di rigenerazione della comunità. Capire il crimine e perché è stato commesso, limita i rischi che il reato possa essere reiterato. Inoltre, riesce a fare leva sulla prevenzione rispetto alle fratture emozionali che avvengono all’interno della società. 

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