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Riparare il torto fatto per una nuova giustizia

di REDAZIONE

Quella "riparativa" offre la possibilità di nuovi programmi riabilitativi e di riconciliazione. È la nuova frontiera della giustizia

Immagine di costruzioni fatte con blocchetti di legno (Foto Ilixe48@123RF.com)

di REDAZIONE

Mettere in relazione l’autore del reato con le sue vittime, per spiegarsi e per vedere come si può riparare il torto perpetrato, al di là della punizione fatta da detenzione e dalle misure alternative: è questa la giustizia riparativa entrata nella riforma Cartabia e che pure a Verona sta muovendo i suoi passi. Perché rimane fondamentale sia risarcire le vittime, riconciliandoci con esse; sia cercare di recuperare verso un nuovo inizio i colpevoli senza far sprofondare il tutto nella vendetta e nell’odio. Tra l’altro è una procedura che viene normalmente adottata quando il reo è minorenne. Quello del recupero è il percorso che da dieci anni s’impegna a fare l’istituto sorto a Ronco all’Adige sulle orme di don Giuseppe Girelli: primo istituto in Veneto a occuparsi dell’accoglienza di pazienti psichiatrici autori di reato, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici. Qui si seguono programmi terapeutici riabilitativi che consentono di riavvicinarli alla società, evitando che reiterino il reato commesso. E l’azzeramento delle recidive è un ottimo segnale in tal senso.
Su Verona fedele del 6 novembre 2022 disponibile in edicola e in parrocchia l'approfondimento e le testimonianze.

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