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La Rosina che volle il parco e il parco che non la ricorda

di ALESSANDRA SCOLARI 
Storia di una donna che ha “salvato” la preziosa area verde

La Rosina che volle il parco e il parco che non la ricorda

di ALESSANDRA SCOLARI 
La vita di Rosa Maria Mascella per i grezzanesi (non più giovanissimi) è legata al Parco Europa, anche se, a 30 anni dalla sua scomparsa, neppure una minuscola targhetta lo ricorda. Parecchi concittadini sono convinti che, se oggi Grezzana ha un parco bellissimo, lo deve anzitutto alla tenacia della “Rosina” (così veniva chiamata Rosa Maria Mascella) e al suo amore per la terra, che negli anni Cinquanta del secolo scorso, seppe tener testa a costruttori ed imprenditori che le offrivano fior di quattrini per il campo che si affacciava su piazza Carlo Ederle e via Guglielmo Marconi. La posizione era magnifica ed erano gli anni in cui Grezzana era in pieno sviluppo economico ed urbanistico.  
Rosa Maria Mascella era nata a Grezzana il 9 aprile 1897, in via Fossà 98; era proprietaria di parecchi terreni a Grezzana e a Santa Maria in Stelle. Era una donna del Novecento che, pur vivendo nel centro storico del paese, non era riuscita ad inserirsi nella comunità. È vissuta di stenti, riservata e senza lamentarsi. Era all’antica, superava da sola sacrifici ed avversità. Si avvaleva di pochi collaboratori e anche con i mezzadri non sapeva tenere buoni rapporti, tanto che li cambiava spesso. Il 20 gennaio 1937 sposò Emilio Pasquale Breda, di Lonato; un anno dopo – il 16 febbraio 1938 – ebbero un figlio, Giovanni Breda, che purtroppo visse solo due giorni. Anche il marito la abbandonò.  A Rosina rimasero i suoi campi, gli animali e la casa (il suo fortino), da cui tutti prendevano le distanze, ragazzi compresi, i quali se la dovevano vedere con Rosina quando, giocando con il pallone in Via Marconi, questo finiva nel “campo Mascella”. 

A 70 anni Rosina, forse perché non più in grado di gestire da sola i suoi terreni. decise di vendere la nuda proprietà di tutti i suoi beni. Acquirente l’avvocato Giuseppe Vinco Da Sesso, l’atto venne firmato il 19 gennaio 1967 davanti al notaio Battista Bernardelli. Prezzo: 9 milioni di lire, riservandosi “il diritto di usufrutto, vita natural durante e il divieto di vendere”. Divieto che l’avv. Vinco da Sesso tolse con lettera firmata dalla Rosina stessa, che avrebbe trattato “solo con il suo avvocato”. Arriviamo al 1981; il Comune “occupa d’urgenza” (ovvero espropria) 960 mq di terra del campo, per realizzare via Dino Degani, che collega via Marconi con via Rita Rosani. Operazione impugnata dall’avv. Vinco Da Sesso in una causa civile.  Nel 1984, fu l’avvocato stesso, forse trovandosi in difficoltà economiche, ad offrire al Comune buona parte del campo, riservandosi “un terreno di 1.400 mq legato alla casa padronale”, trattenuta per sé, al prezzo di 150 milioni di lire. 

Qui entrano in campo sindaci lungimiranti. L’allora sindaco Donato Bragantini (Grezzana 1946-2010) convinse il Consiglio comunale della bontà dell’acquisto e avviò l’iter burocratico, tenendo conto dei tempi stretti indicati da Vinco da Sesso. Quest’ultimo, pur di chiudere l’affare, cancellava anche la causa avviata al Tar Veneto contro il Comune. Il 5 marzo 1984 il sindaco Bragantini, autorizzato, firmò l’atto preliminare per l’acquisto del campo, mentre l’atto di compravendita venne stipulato il 3 settembre 1984, previo certificato di valutazione del terreno.  Tra le clausole contrattuali, l’“obbligo, all’entrata in possesso della godibilità del campo, a costruire a cura e spese del Comune una recinzione sul confine della proprietà, con muro e sovrastante rete metallica dell’altezza massima consentita dagli strumenti urbanistici”; seconda condizione, “l’area sia destinata a spazi di interesse pubblico (sport, svaghi e parchi)”. Rosina morì il 2 luglio 1993. Il paese le disse “grazie”, dimostrandole gratitudine e affetto. Alcuni volontari hanno ristrutturato per lei la tomba di famiglia nel cimitero di Grezzana.

Il parco? Il Comune bandì un concorso di idee. Si mobilitarono in molti. Anche il geografo concittadino Eugenio Turri (Grezzana 1927-Verona 2005) scrisse tra l’altro “l’area Mascella deve servire a restituire centralità dei valori perduti”. Gli appetiti erano tanti e le esigenze del Comune pure. Nel 1994 il sindaco Virgilio Zampieri andò in Consiglio comunale con il progetto del parco dell’arch. Giancarlo Bragantini e i pareri erano discordi, ma non mollò: «Quell’area è destinata a parco».  Il progetto ottenne l’approvazione e il parco venne realizzato e inaugurato nell’agosto del 1998 dal sindaco Plinio Menegalli. Rosina, forse ignara di tutto questo, godrà dal cielo il bellissimo Parco Europa.

Postilla: la casa padronale, rustici e pertinenze della Rosina sarebbero dovute diventare la dimora dell’avv. Da Sesso, che invece, forse pressato dalla mancanza di liquidità, decise di vendere. Ancora una volta fu l’avv. Bragantini a firmare l’atto di compravendita, il 25 novembre 1986, trattenendo questa nuda proprietà per sé. La storia di Rosina Mascella si trova nel quinto numero de I Quaderni della Dorsale edito dall’Associazione Montorio Veronese, presentato sabato 2 marzo in sala Bodenheim del Centro “E.Turri”: presenti parecchi grezzanesi.

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