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Europa periferia della Chiesa

Per la prima volta nella storia a scegliere il Vescovo di Roma – ovvero colui che presiede nella carità tutte le Chiese – saranno per la maggioranza persone non europee...

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Europa periferia della Chiesa

Per la prima volta nella storia a scegliere il Vescovo di Roma – ovvero colui che presiede nella carità tutte le Chiese – saranno per la maggioranza persone non europee. Sono addirittura meno di un terzo i provenienti dal Vecchio continente che entreranno in Conclave, per cui non determinanti in termini di esito elettorale. Fuggendo presto alla tentazione di buttarla in caciara – come troppi in questi giorni –, mi limito a sottolineare come la composizione del Collegio cardinalizio (per la maggior parte creato da papa Francesco) comincia a rispecchiare un po’ di più la composizione della Chiesa cattolica. L’Europa non è più cattolica e la Chiesa cattolica non coincide più con l’Europa. Il nostro continente, secondo i recenti dati dell’Annuarium Statisticum Ecclesiae, ospita circa un quinto dei battezzati cattolici nel mondo, ma tutto si regge su un tradizionale accesso ai sacramenti dell’iniziazione, per cui risulta che in Italia più del 90% sono cattolici... Oggi e ancor più domani si dovranno rifare i calcoli, a motivo della denatalità e della cosiddetta secolarizzazione, ma anche di movimenti interessanti come l’aumento dei catecumeni adulti (non solo per provenienza straniera) e l’attenzione alla Chiesa di non battezzati, soprattutto per quanto riguarda la ricerca di spiritualità e le proposte di solidarietà, ritenute autentiche e sicure. Ben presto non saremo nemmeno più il secondo continente – dopo l’inarrivabile, per numeri, continente americano – visto l’aumento annuo di oltre il 3% dei cattolici in Africa, che presto ci supererà e potrà contare su un numero sempre maggiore di preti, vista la crescita continua di seminaristi. Noi, di fatto, siamo una nuova periferia, stando alle espressioni di papa Francesco.
I numeri valgono quel che valgono, ma di certo il nuovo Papa avrà a che fare con una Chiesa differente da quella dei decenni scorsi, ma anche un modo diverso di vivere l’essere cattolici, nella consapevolezza che (come diceva Madeleine Delbrêl) Dio concede una fede adatta per ogni tempo perché essa “è fatta affinché l’amore eterno di Dio sia rivelato a tutti gli uomini” e non per far durare modalità legate a un’epoca. Alcuni vedono proprio nella figura di questa donna il modello dell’essere cattolici oggi in Europa: mistici e attenti ai problemi concreti; convinti che l’evangelizzazione si opera negli impegni quotidiani e che una società atea può favorire il continuo cammino di conversione personale; liberi e auto-ironici; profetici e pieni di speranza.

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