Editoriale
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Cambiamento d’epoca

Abbiamo celebrato nei giorni scorsi la festa di san Benedetto, uno dei patroni d’Europa. Visse in un momento storico che, con tutte le differenze, ha anche qualcosa in comune con quello attuale nella vecchia Europa...

Parole chiave: Editoriale (380), Stefano Origano (141)

Abbiamo celebrato nei giorni scorsi la festa di san Benedetto, uno dei patroni d’Europa. Visse in un momento storico che, con tutte le differenze, ha anche qualcosa in comune con quello attuale nella vecchia Europa. Benedetto aveva capito che l’Impero Romano era collassato esaurite la forza ideale e l’energia vitale che lo avevano affermato come indiscussa potenza militare, economica, amministrativa e di civiltà. Così pian piano, ma inesorabilmente, era andato incontro alla decadenza. Le popolazioni “barbare” avevano ben presto travolto i suoi confini e cambiato completamente la fisionomia del continente. Allora il giovane Benedetto, anziché cercare di ritagliarsi il suo angolino di sicurezza prima della fine del mondo, decide di non rimanere spettatore, di non rifugiarsi a Roma, ma di implicarsi con la Storia e lo fa recuperando la tradizione monastica occidentale e orientale: prima si ritira nella solitudine e poi inventa una nuova regola che, in fondo, di nuovo ha solo la formulazione scritta, ma in realtà è un sunto dell’impegno battesimale di chi vuole fare proprio il Vangelo. Benedetto intraprese una nuova strada, avviò un processo che poi si è rivelato vincente: nei secoli seguenti migliaia di uomini e donne si sono ispirati a lui fondando monasteri in tutta Europa, veri avamposti di un mondo nuovo.
Oggi ci potrebbe essere una nuova “regola” che ci permetta di non assistere passivamente al trionfo prima e al fallimento poi di un sistema che ha scelto il liberismo come ideale e il consumismo come modus vivendi? Papa Francesco ha voluto fermamente rilanciare la sinodalità nella Chiesa (e ha incontrato non poche resistenze) avendo la visione che la Chiesa europea non costituisce più il vertice né quantitativo, né qualitativo della cristianità. Tanti popoli (come ai tempi di san Benedetto) premono sui nostri confini e a poco varranno i nostri muri; se non ci pensiamo noi a intraprendere strade nuove, ci penseranno loro; è solo questione di tempo. Poi basterà un evento “casuale” (una pandemia, un conflitto, una crisi climatica) per determinare il cambiamento.
Ecco perché papa Francesco non sceglie i cardinali secondo il prestigio delle sedi che occupano, ma secondo la disponibilità a “fare cose” con coraggio e profezia, piuttosto che a ribadire principi teorici.

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