Biondo era e bello e di gentile aspetto: Manfredi
Mentre Virgilio e Dante stanno avviandosi verso la montagna del Purgatorio, si fa riconoscere l’anima di Manfredi: “Biondo era e bello e di gentile aspetto” (Purgatorio III,107). Fu re della Sicilia. Nemico del papato. Dissoluto e incredulo...

Mentre Virgilio e Dante stanno avviandosi verso la montagna del Purgatorio, si fa riconoscere l’anima di Manfredi: “Biondo era e bello e di gentile aspetto” (Purgatorio III,107). Fu re della Sicilia. Nemico del papato. Dissoluto e incredulo. Poiché aveva invaso alcuni territori del papato, papa Clemente IV gli mosse contro Carlo I d’Angiò. Nella battaglia di Benevento (1266), colpito sulla fronte, morì. Ma, così racconta a Dante, prima di spirare invocò la misericordia di Dio, che perdona a tutti coloro che con fiducia si rivolgono ad essa, anche all’ultimo respiro: “Poscia ch’io ebbi rotta la persona / di due punte mortali, io mi rendei / piangendo a quei che volentier perdona. / Orribil furon li peccati miei; / ma la bontà infinita ha sì gran braccia / che prende ciò che si rivolge a lei” (Purgatorio III,118-123). Nell’aldilà Manfredi pensa alle sue ossa disperse e bagnate dal fiume Verde: “Or le bagna la pioggia e move il vento” (Purgatorio III,130). Ma soprattutto pensa alla “bella figlia” Costanza; e chiede a Dante di riportare alla sua “buona Costanza” il fatto che il padre non si era dannato, ma si trovava con quanti erano incamminati sulla via della purificazione. Di conseguenza, le chiedeva preghiere di suffragio, assai efficaci: “Ché qui per quei di là molto s’avanza” (Purgatorio III,145).
I messaggi per l’Anno giubilare sono molteplici. Esso ci fa pensare all’aldilà, dove vivono le persone defunte. Ipotizzando la loro destinazione, Dante suggerisce di non affrettare nessun giudizio: anche chi dall’osservatorio umano pare uno decisamente condannato all’Inferno, può essersi salvato all’ultimo momento, facendo affidamento sulla misericordia di Dio, come nel caso di Manfredi. Un secondo aspetto: nell’aldilà non si dimenticano le persone care ancora viventi sulla terra. Anzi, si portano nella memoria del cuore, con un affetto singolare, come nel caso di Costanza per Manfredi. I nostri cari o salvati o purganti sono in trepidazione per noi e ci accompagnano nel percorso terreno con amore. Infine, Dante mette in risalto il valore e l’efficacia dei suffragi per i defunti in stato di purificazione, specialmente attraverso atti di carità e, appunto, preghiere di suffragio, come veniva e viene raccomandato dal Giubileo. È questa la modalità di tenere vivi i rapporti e gli affetti tra viventi sulla terra e chi ha raggiunto l’altra sponda, oltre la storia.
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