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Là dove andremo tutti (tranne le mamme e i nemici)

Aldo Cazzullo
Il posto degli uomini
Dante in Purgatorio dove andremo tutti
Mondadori - Milano 2021
pp. 278 - euro 18

Là dove andremo tutti (tranne le mamme e i nemici)

A distanza di un anno, dopo A riveder le stelle. Dante il poeta che inventò l’Italia, Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera, torna a parlarci del Sommo poeta in Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti. Dalle tenebre dell’Inferno il giornalista ci fa salire sulla montagna del Purgatorio illuminata dal sole, dove, spera, finiremo tutti: “I nostri nemici andranno all’Inferno, le nostre mamme in Paradiso, ma a noi un po’ di Purgatorio non lo leva nessuno”. Di nuovo un viaggio nella Commedia, in quella che l’autore considera la cantica più bella, il Purgatorio, terra di frontiera tra l’uomo e Dio, sospesa tra speranza e pena, metafora della stessa condizione umana: “È il luogo del ‘quasi’, dell’attesa di felicità; che è in sé una forma di felicità. Un mondo di nostalgia ma anche di consolazione, dove il tempo che passa non avvicina alla morte ma alla salvezza”. Il taglio dato ai capitoli segue l’impostazione del primo volume: un’antologia di passi significativi, in cui il lettore può incontrare l’umanità di ieri e oggi, che porta ancora i segni del peccato commesso (sette sono le cornici del Purgatorio, come sette i peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola e lussuria), ma che si è pentita e, animata da valori come il rispetto, la mitezza, l’amicizia, la cortesia, attende fiduciosa la Redenzione.

Di nuovo un viaggio in quello che Dante definì il bel Paese, la nostra Penisola, sulle orme del protagonista, che rivela il suo volto più umano, capace di commuoversi o perdere i sensi di fronte a Beatrice, di scherzare e sorridere su di sé, di provare paura e vergogna, ma anche di adirarsi. Non mancano infatti, come è proprio del plurilinguismo del poeta, toni aspri e indignati: nella celebre invettiva contro l’Italia del canto VI (“Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello!”), ci restituisce l’immagine di un Paese campanilista e diviso, non molto diverso purtroppo dall’attuale.

Il libro è un’occasione, specie per chi conserva della cantica solo uno sbiadito ricordo scolastico, per riscoprirne, a distanza di tempo, la bellezza e la profondità: “Il Purgatorio – conclude Cazzullo – è il posto degli uomini anche perché, come abbiamo amaramente sperimentato negli ultimi due anni, il Purgatorio può essere anche qui, sulla Terra. La pandemia è stata il nostro Purgatorio da vivi. Ha messo ognuno di fronte alla prova della vita. L’importante adesso non è dimenticarla, ma superarla; consapevoli che deve rappresentare non il punto più basso, ma il punto più in alto del nostro ciclo”.

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