Cinema
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“L'amore bugiardo” è più di un giallo

(Usa, 2014)
regia: David Fincher
con: Ben Affleck, Rosamunde Pike, Kim Dickens, Carrie Coon, Neil Patrick Harris
durata: 149 min.
Vietato ai minori di 14 anni
Valutazione Cnvf: complesso/scabrosità

Parole chiave: L'amore bugiardo - Gone girl (1)
“L'amore bugiardo” è più di un giallo

David Fincher è regista di rara coerenza. Da Seven (1995) a questo suo nuovo film, passando anche per regia di alcuni episodi e produzione dell’ottima e durissima serie televisiva House of Cards, le sue tematiche predilette sono il potere e la risonanza pubblica dei suoi effetti.
Come fa spesso, anche ne L’amore bugiardo prende le mosse da un romanzo, in questo caso scritto dalla brava Gillian Fylnn, che qui lavora anche come sceneggiatrice.
Un giallo, secondo le divisioni di genere. Certamente sì. Un giallo molto particolare, tuttavia. Un delitto c’è, anche particolarmente efferato, ma arriva dopo quasi due ore di storia. In realtà si tratta di un’indagine su una scomparsa: quella di Amy (Rosamund Pike), già bambina prodigio protagonista di libri scritti dai suoi genitori e moglie di Nick (Ben Affleck), che sparisce di casa il giorno del quinto anniversario di matrimonio.
La trama è particolarmente intricata e la narrazione è giocata sul continuo alternarsi delle voci fuori campo dell’una e dell’altro protagonista. Nulla va svelato, ovviamente, per non guastare sorprese e colpi di scena che non mancano.
Ma sarebbe del tutto improprio limitarsi a considerare L’amore bugiardo solo come un intreccio poliziesco. C’è ben di più, proprio perché Fincher ha a cuore raccontare delle storie che rimandano a parecchi livelli di lettura e a molti significati. Qui ce ne sono almeno due. Il primo è un’analisi del tutto pessimistica dell’istituzione matrimoniale (non generica: parliamo di matrimonio fra persone della middle e high class con un’ottima capacità di reddito e altrettanta di psicopatologia). Il secondo, che a nostro parere lo rende un film esemplare, è lo studio che viene fatto, quasi di tipo sociologico, ma senza dimenticare le regole del perfetto meccanismo spettacolare, degli elementi che creano l’opinione pubblica, l’amplificazione mediatica degli eventi, le credenze e i pregiudizi.
Si veda la figura, minore per presenza nella storia ma non nell’economia della stessa, del personaggio di Desi Collings (interpretato da Neil Patrick Harris, da noi conosciuto forse quasi solo come attore nei due film tratti dai fumetti dei Puffi, ma negli Stati Uniti famosissimo), ex-compagno di scuola di Amy, ossessionato dal controllo domestico con mezzi tecnologici e del tutto impreparato alle infinite variabili che l’esistenza riserva a ciascuno di noi.
L’amore bugiardo è un film duro, disturbante, certamente non consolatorio, che va visto e pensato a lungo.

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