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Ecco perché Jobs è stato un grande

Steve Jobs
(Usa, 2015)
regia: Danny Boyle
con: Michael Fassbender, Kate Winslet, Jeff Daniels, Seth Rogen
durata: 122’

Parole chiave: Steve Jobs (1)
Ecco perché Jobs è stato un grande

Se è vero, come diceva Orson Welles, che per fare un buon film ci vogliono tre cose essenziali: “una storia, una storia e una storia”, Danny Boyle ha fatto benissimo a cercare la collaborazione di uno dei migliori sceneggiatori oggi in circolazione, quel Aaron Sorkin al quale dobbiamo già l’ottima serie televisiva Newsroom e, per quanto riguarda il suo lavoro in campo cinematografico, la sceneggiatura di David Fincher che racconta di un altro “genio-mostro” contemporaneo, e cioè il creatore di Facebook Mark Zuckerberg (The Social Network, 2010, regia di David Fincher).
Qui si narra di un gigante della nostra epoca, già raccontato nel 2013 in Jobs di Joshua Michael Stern, con Ashton Kutcher, che ha seguito il fondatore della Apple dal 1971 al 2000.
Sorkin e Boyle, in questo caso, hanno scelto di concentrarsi su tre momenti della vita professionale e personale di Jobs: il 1984, quando il primo computer Macintosh irrompe sul mercato; il 1988, quando ad essere presentato è il modello NeXT; il 1998, con il primo I-Mac.
Affidandosi alla magistrale capacità interpretativa di Michael Fassbender, il regista gli affianca Kate Winslet nei panni della fedelissima Johanna Hoffman; Seth Rogers in quelli di Steve Wozniak, cofondatore della Apple e Jeff Daniels come John Sculley, che diresse la casa di Cupertino per dieci anni dal 1983 al 1993.
Col senno di poi, e guardandoci in giro, dobbiamo considerare che Steve Jobs è sicuramente una delle persone che più hanno cambiato il mondo, o almeno una parte di esso, negli ultimi anni. Il merito del film di Danny Boyle è quello di cercare in profondità ragioni e sentimenti di un personaggio pubblico così importante e così controverso. Considerando la vita come un grande teatro e ambientando moltissima parte del film dietro le quinte delle presentazioni di nuovi computer, regista e sceneggiatore ci mostrano le molte virtù e i non pochi difetti di un uomo certamente fuori del comune.
Prova ne sia il rapporto con la figlia, nata nel 1978 dalla pittrice Chris Ann Brennan, prima addirittura negata come tale e poi cercata e riconosciuta otto anni dopo nel tentativo di recuperare una dimensione relazionale che egli stesso pareva essersi precluso al fine di raggiungere senza ostacoli gli obiettivi tecnologici e commerciali.
Nato nel 1955, Steve Jobs è morto nel 2011, a soli 56 anni, perdendo la sua battaglia contro il cancro. Niente dopo di lui è stato più lo stesso e questo bel film di Danny Boyle ce lo spiega in modo più che convincente.

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