Una giornata particolare
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Sarà pure “da pazzi”, ma lo skateboard fa divertire i giovani come pazzi

Il 21 giugno è il suo momento. Le Olimpiadi forse il suo futuro

Parole chiave: Skateboard (1), Giochi Olimpici (2)
Sarà pure “da pazzi”, ma lo skateboard fa divertire i giovani come pazzi

Per anni gli appassionati di skateboarding, insieme ai dirigenti delle federazioni che li rappresentano, hanno sperato che la loro disciplina fosse inserita tra quelle presenti ai Giochi olimpici.
Dopo tante delusioni, ecco la decisione dall’agosto 2016: nel corso della sua 129ª sessione il Cio ha previsto l’inserimento dello skateboarding – insieme ad altre quattro discipline – tra gli eventi addizionali di Tokyo 2020. Durante i lunghi e vivaci festeggiamenti, nessuno ovviamente aveva calcolato la possibilità del Covid-19, con le conseguenze di rimandare quanto programmato nell’estate scorsa e di lasciare in dubbio il recupero 2021. È una delle tante stranezze legate a questa disciplina, come il fatto che per indicarlo in italiano si utilizza solitamente una parola straniera, “skateboard”, che in realtà non è attestata nella lingua inglese, che usa skateboarding o l’abbreviazione skate. Tanto normale non è nemmeno l’origine di questo sport, che mette insieme tecniche, materiali e passione di due discipline molto diverse: si narra, infatti, che a fine anni Quaranta i surfisti cercassero un modo per andare sulla tavola anche quando le onde non li facevano solcare il mare e quindi ci attaccarono le rotelle dei pattini (allora in legno e plastica) per girare nei luoghi urbani.
Il momento di massima fama, con la prima importante gara trasmessa in Tv (Campionato nazionale di skateboard del 1965 ad Anaheim, in California) fu seguito immediatamente dal periodo di più forti accuse di pericolosità diffuse da vari mass media e che portarono nel 1966 a un crollo nelle vendite di skateboard.
A rilanciare questa disciplina ci pensarono, a inizio anni Settanta, l’invenzione delle ruote in poliuretano (che divennero importanti anche per il pattinaggio a rotelle, completando una sorta di restituzione del favore) e la creazione dei primi skatepark, in particolare a Port Orange (Florida) e a Carlsbad (California), aperti entrambi nel marzo 1976. Successivamente si sono alternati periodi di maggior e minor fortuna, con materiali, luoghi e atleti che si sono specializzati sempre di più e l’introduzione negli Stati Uniti di questa disciplina anche in alcune ore di educazione fisica. È emerso, infatti, come questo sport – solitamente definito “da pazzi” – offra grandi possibilità per il rafforzamento e l’equilibrio di muscoli ed ossa, oltre che permettere un grande percorso di crescita nella consapevolezza di sé, nell’espressione artistica, nel rispetto dell’ambiente e degli altri.
Nel 2003 la International association of skateboard companies ha dato vita al “Go Skateboarding Day” (21 giugno): una giornata per diffondere questo sport e per ricordare i valori di libertà e creatività che sono insiti in esso e che sono espressi nel tipico abbigliamento. Legata ad essa, infatti, sono nate varie iniziative benefiche, come la raccolta di skate usati (ristrutturati e distribuiti ai bambini svantaggiati) e l’organizzazione di eventi per giovani in zone difficili, come nel 2009 a Kabul.

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