Una giornata particolare
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Lode agli insegnanti che trasmettono il sapere e contribuiscono all’educazione

«In Giappone gli unici cittadini che non sono obbligati ad inchinarsi davanti all’imperatore sono gli insegnanti. I giapponesi infatti sostengono che, senza insegnanti, non ci possono essere imperatori». Un’immagine davvero forte e che da decenni gira su giornali e social network: peccato che sia una bufala!

Lode agli insegnanti che trasmettono il sapere e contribuiscono all’educazione

«In Giappone gli unici cittadini che non sono obbligati ad inchinarsi davanti all’imperatore sono gli insegnanti. I giapponesi infatti sostengono che, senza insegnanti, non ci possono essere imperatori». Un’immagine davvero forte e che da decenni gira su giornali e social network: peccato che sia una bufala!
È invece purtroppo vero che in molte parti del mondo i docenti – di ogni livello e indirizzo scolare – sono costretti a lavorare in condizioni molto difficili, oltre a non vedersi garantita la giusta tutela e protezione. Per questo, dal 1994, ogni 5 ottobre si festeggia la Giornata mondiale degli insegnanti. Esattamente 28 anni prima, infatti, una speciale Conferenza intergovernativa convocata a Parigi dall’Unesco in collaborazione con l’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) aveva redatto le Raccomandazioni sullo status degli insegnanti.
Si trattava di un punto di arrivo fondamentale dopo un processo che aveva preso il via appena terminata la Seconda Guerra mondiale. Rimane, però, anche un punto di partenza, dato che quelle Raccomandazioni sono sempre da ravvivare in tutto il mondo e risultano del tutto inapplicate in alcuni Stati.
Nei 145 articoli di cui è composto il documento, emerge in particolare la dignità degli insegnanti e le responsabilità che si devono assumere. In particolare, si rimarca in più parti delle Raccomandazioni che devono essere qualificati e competenti, avere qualità morali verificate, godere di un giusto status e di considerazione pubblica, essere messi in condizione di dedicarsi pienamente alle finalità della loro professione.
Tutto questo è garanzia di raggiungere l’obiettivo a cui mira, fin dai primi anni, l’educazione scolastica ovvero “al pieno sviluppo della personalità umana e al progresso spirituale, morale, sociale, culturale e economico della collettività, così come a inculcare un profondo rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”. Gli insegnanti, poi, sono chiamati a vigilare perché ogni Stato garantisca l’educazione a tutti, senza alcuna discriminazione e, anzi, facilitando chi è in condizioni economiche sfavorevoli o ha bisogno di un trattamento pedagogico speciale.
Da più parti si lamenta un peggioramento nelle condizioni negli ultimi decenni, pure in Italia. Un tentativo di rilancio è contenuto nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite dove si afferma che per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e di un miglioramento della vita delle persone, un ruolo chiave lo hanno gli insegnanti nel fornire un apprendimento per tutti (incrementando il livello di alfabetizzazione e riducendo l’abbandono scolastico precoce) e un’educazione inclusiva, equa e di qualità.
Alessandro D’Avenia, docente per professione e missione, dice che alla base dell’insegnamento ci deve essere il sogno di un mondo migliore e il cercare il giusto equilibrio tra proteggere e smuovere quella realtà bella e fragile che è ogni ragazzo: «Portarlo nel grembo per poi spingerlo fuori nella vita anche se comporta dolore».

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