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Le scuole paritarie alle prese con un riforma che non le tiene in considerazione

«C’è parità legale ma non economica»

L’opinione di don Domenico Consolini (Ufficio diocesano pastorale scolastica)

Parole chiave: Riforma Scuola (1), Buona Scuola (3), Scuola (90), Scuola Paritaria (5)

La recente legge di riforma denominata “buona scuola” varata dal Governo circa un anno fa, non risolve le lacune già emerse nella legge sulla parità scolastica del 2000. «È una legge zoppa – afferma don Domenico Consolini, direttore dell’Ufficio pastorale scolastica e servizio insegnamento religione cattolica di Verona e responsabile della commissione ragionale della Conferenza episcopale Triveneto per l’educazione cattolica, la scuola, la cultura e l’università – perché stabilisce una parità legale ma non economica tra scuola pubblica e paritaria. Così si grava due volte sulle famiglie che scelgono le scuole non statali, che pagano le tasse, come tutti, per l’istruzione dei propri figli e poi devono sborsare ancora soldi se decidono di iscrivere i propri figli alle scuole paritarie. Parità scolastica e libertà di educazione sono diritti garantiti dalla Costituzione: ciò significa avere la possibilità di scegliere per i propri figli la scuola che meglio si avvicina all’orientamento educativo della famiglia». La procedura con cui sono state effettuate le ultime assunzioni in ruolo, hanno ulteriormente aggravato questa situazione di fragilità strutturale toccando anche gli aspetti formativi e la qualità educativa. «Effettuare questa operazione a scuola già iniziata, produce un costo non irrilevante alle nostre strutture scolastiche. E non solo di tipo economico perché una schiera di insegnanti già formati, con esperienza e un buon curriculum vengono allettati al passaggio alla scuola pubblica che garantisce stipendi più alti, contratto a tempo indeterminato e altre opportunità. Ma per fortuna tanti insegnanti delle scuole paritarie operano le loro scelte non solo cercando la soluzione più conveniente ai propri interessi. I nostri istituti mettono al primo posto la formazione degli studenti, non solo l’istruzione, e da anni coltivano percorsi che puntano alla continuità e ad una formazione che mira alla crescita integrale della persona in una visione cristiana». L’opinione pubblica, inoltre rischia di non capire queste problematiche perché viene indotta a pensare che le risorse destinate alle scuole paritarie siano soldi rubati a quella statale, in realtà fanno risparmiare circa 4,5 miliardi di euro ogni anno allo Stato. «Questo balletto degli incarichi gestito in modo quantomeno discutibile – conclude don Consolini – dimostra che i problemi non nascono da noi, anzi noi siamo una opportunità per una soluzione ragionevole, e comunque tutto questo non fermerà l’impegno e la passione delle scuole cattoliche nella selezione e nella formazione di nuovi insegnanti che non si accontentano di un posto di lavoro garantito».

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