Una giornata particolare
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È il giorno dedicato a Cristoforo Colombo l’esploratore ora messo in discussione

Ci sono persone segnate da una forte inquietudine che risulta essere allo stesso tempo la loro fortuna e sfortuna. È il caso di Cristoforo Colombo che – da novello Ulisse – ha sempre tentato di superare i limiti predefiniti, ma non ha mai trovato pace. Un destino per tutta la vita e anche per la sua memoria...

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È il giorno dedicato a Cristoforo Colombo l’esploratore ora messo in discussione

Ci sono persone segnate da una forte inquietudine che risulta essere allo stesso tempo la loro fortuna e sfortuna. È il caso di Cristoforo Colombo che – da novello Ulisse – ha sempre tentato di superare i limiti predefiniti, ma non ha mai trovato pace. Un destino per tutta la vita e anche per la sua memoria.
D’altronde è l’uomo che cercava l’Asia e trovò le Americhe, il grande esploratore morto in discredito e rovina, l’ultimo uomo del Medioevo e il primo uomo dell’Età moderna. Gli studi sulle sue origini non hanno ancora risolto se fosse di sangue italiano o spagnolo (o magari polacco, ebreo, corso, inglese, portoghese). Certo è che fu navigatore per la Repubblica di Genova, cercò di farsi finanziare il viaggio dai portoghesi, dai francesi e dagli inglesi, ma dovette accettare i soldi dei sovrani di Castiglia e Aragona con i loro dettami. Fu designato Viceré e Governatore delle Indie desiderando lui stesso un governo e un’organizzazione non violenta, ma fu destituito dopo pochi anni con accuse di tirannia e brutalità.
Alla sua morte, si è persa la certezza di dove siano i suoi resti ed è continuata la disputa tra chi – come le aree protestanti nel XVI secolo – demonizzava la sua persona (per attaccare in realtà l’espansionismo spagnolo) e chi – come il Romanticismo – ne faceva il modello dell’eroe vittima di ingiustizia.
Ancor oggi le sue commemorazioni sono fonte di discussione soprattutto negli Stati Uniti da dove ha origine il Columbus Day (12 ottobre) festeggiato per la prima volta nel 1869 e diventato Festa nazionale nel 1937. Altre nazioni americane hanno scelto negli anni di dare una sfumatura diversa a questa celebrazione, che è così diventata, per esempio, “Giorno delle culture” in Costa Rica; “Giorno della resistenza indigena” in Venezuela; “Giorno dei popoli nativi e del dialogo interculturale” in Perù. In Argentina è iniziata come “Giornata della razza” (spagnola), ha poi virato sulla celebrazione della “nuova razza” (nata dall’unione tra indigeni e europei), prima di divenire “Giorno del rispetto e delle diversità culturali”.
Dentro questo processo, il monumento a Cristoforo Colombo di Buenos Aires è stato sostituito nel 2015 con uno a Juana Azurduy (1780-1862), una combattente meticcia boliviana. In questi ultimi anni sue memorie sono state rimosse o danneggiate anche negli Stati Uniti, tra cui l’obelisco di Baltimora (eretto nel 1792) che fu preso a martellate nell’agosto 2017 perché – come hanno dichiarato gli autori dell’azione in un video – «Cristoforo Colombo simboleggia l’iniziale invasione del capitalismo europeo nell’emisfero occidentale».
Anche il Columbus Day 2020 può essere vissuto come ennesima occasione di contrapposizione – tra chi lo considera “patrono di un mondo di violenza” e chi lo ritiene “modello di ogni innovazione e innovatore” – o come un’opportunità per vivere la logica dell’Evangelii gaudium: avere sempre “il coraggio di andare oltre la superficie conflittuale” e scegliere l’unità come “stile di costruzione della Storia”.

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