Una giornata particolare
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Quella sostanza che crea dipendenza ma non fa male: il cioccolato

Il 7 luglio, si celebra la Giornata mondiale del cioccolato, o World Chocolate Day. La festa dedicata all'alimento più goloso, amato in tutto il mondo e gustato in tantissime versioni.

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Quella sostanza che crea dipendenza ma non fa male: il cioccolato

L’italiano medio consuma ogni giorno 11 grammi di una sostanza stupefacente, ma per niente proibita e con effetti benefici che spesso superano i danni. Durante i pasti e fuori da essi, non manca mai occasione per il cioccolato, per una dose personale che arriva a 4 chili all’anno. Il 7 luglio possiamo sentirci ancor più liberi di farne uso perché è la giornata internazionale del cioccolato. Altre statistiche riguardanti gli italiani ci dicono che oltre il 60% lo utilizza 2-3 volte a settimana (con una percentuale leggermente maggiore tra le donne e al Sud), il 20% tutti i giorni, e che il periodo di lockdown di marzo 2020 ha visto un incremento dei consumi pari al 21,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. D’altra parte l’Italia può contare sul primo cioccolato a Indicazione geografica protetta riconosciuto al mondo (quello di Modica nel 2018), su marchi storici riconosciuti universalmente e su importanti festival internazionali sparsi nel territorio. Tutto questo è il frutto di un lungo e prezioso lavoro su un prodotto non certo tipico, dato che viene da oltreoceano. I primi ad utilizzare le fave del cacao furono infatti le civiltà americane precolombiane per farne bevande, moneta di scambio, offerta per gli dei o polvere con cui cospargere il corpo dei giovani nei rituali di pubertà. Queste popolazioni avevano anche già intuito alcune proprietà energizzanti, tanto che secondo una leggenda azteca, la pianta del cacao fu donata dal dio Quetzalcoatl agli esseri umani per alleviare la fatica. I preziosi semi arrivarono in Europa nel 1504, a termine del quarto e ultimo viaggio di Cristoforo Colombo; ne fu portata una piccola quantità, ma fu subito apprezzata tanto che già nei decenni successivi, soprattutto agli ordini di Hernán Cortés (1485-1547) iniziò una grande importazione, in particolare dal Messico. In Italia il cioccolato cominciò ad essere prodotto nel Seicento, a partire da Firenze e Venezia, mentre pian piano prese forza la scuola torinese da cui discende quella svizzera. Nel XIX secolo importanti nel nostro territorio furono l’ingegnere genovese Bozelli, che mise a punto una macchina per raffinare la pasta di cacao, e la dinastia torinese dei Caffarel, che diede vita alla produzione industriale e inventò la gianduia nel 1865, quindi prima della versione fondente o al latte. Oggi vengono riconosciute al cioccolato proprietà energizzanti, potere antiossidante, virtù antidepressive, arricchimento di vitamine e minerali, oltre a benefici sui livelli di colesterolo e per la salute cardiovascolare. È però sconsigliato nelle persone soggette ad ipertensione e nervosismo, nonché ai bambini al di sotto dei tre anni. Il futuro sembra assicurato dai cosiddetti millennials che ne consumano ancor di più delle generazioni precedenti, con una preferenza per il fondente (che torna a dominare rispetto al bianco) e il desiderio di provare novità negli aromi (peperoncino, arancia, menta) e nella preparazione (vegano, biologico, senza glutine).

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