Una giornata particolare
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Due momenti per due popoli che cercano spazio nella Storia

Il 6 febbraio si celebrano contemporaneamente la festa nazionale neozelandese (chiamata anche Waitangi Day) e il giorno nazionale dei Sami, popolazione indigena dell’area scandinava.

Due momenti per due popoli che cercano spazio nella Storia

Il 6 febbraio si celebrano contemporaneamente la festa nazionale neozelandese (chiamata anche Waitangi Day) e il giorno nazionale dei Sami, popolazione indigena dell’area scandinava. La prima ricorda la stipulazione dell’accordo tra gli emissari dell’Impero britannico e i capi delle tribù mãori, dopo decenni di tensioni. In questo modo gli uni avevano una nuova colonia, gli altri vedevano riconosciuti i diritti personali e le proprietà, oltre che la protezione di fronte alle continue minacce francesi. La piccola cittadina di Waitangi – nell’Isola del Nord – il 6 febbraio 1840 fu teatro delle prime quaranta firme, a cui seguirono quelle degli altri leader indigeni, per un totale di 150, tra cui 13 donne.
Quella che avrebbe voluto essere la pietra d’angolo di una pacifica convivenza e di una florida nazione, divenne presto pietra di scandalo. Infatti, la traduzione dall’inglese alla lingua locale, affidata a missionari britannici, conteneva delle ambiguità e delle difformità. Il problema è che alcuni concetti – tra tutti potere e sovranità – erano colti in maniera differente dalle due culture e alcune parole non avevano una corrispondenza esatta. I crescenti disaccordi portarono nei trent’anni successivi ad una serie di conflitti, accomunati sotto il nome di guerre mãori. I coloni, forti anche delle loro armi e spinti dalla scoperta dell’oro, presero il controllo di quasi tutte le terre, mentre i governatori ignorarono sempre di più il trattato. Proprio questo – prima fortemente criticato dai mãori e poi dichiarato nullo dai britannici – fu ripreso come strumento di rivendicazione da parte dei movimenti di protesta indigena della seconda metà del XX secolo ovvero non appena dichiarata l’effettiva indipendenza della Nuova Zelanda.
Primo passo del cammino di riconoscimento e pacificazione – passato anche per un tribunale permanente e un accordo per l’assegnazione di alcune terre – fu proprio l’istituzione del Waitangi Day nel 1974 per commemorare la firma del trattato.
Davvero singolare che proprio il 6 febbraio sia anche il giorno nazionale per una popolazione che vive in tutt’altra parte del mondo. I Sami – oggi circa 75mila persone, più superficialmente chiamati lapponi – vivono, infatti, in un’area da loro chiamata Sápmi, divisa tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. In quella data si tenne, nel 1917 a Trondheim, in Norvegia, il loro primo congresso che cercava soluzioni per alcuni problemi comuni. Nel 1993, anno internazionale delle popolazioni indigene, fu celebrato per la prima volta questo giorno in cui risuona l’inno nazionale dei Sami e si vede esposta la loro bandiera ufficiale, obbligatoria quel giorno su tutti gli edifici pubblici della Norvegia.
La comunanza di date tra queste popolazioni appare una sorta di segno profetico di quella fraternità universale di cui parla papa Francesco, il quale anche ricorda spesso come gli indigeni sono allo stesso tempo i più vulnerabili abitanti della Terra e i più forti difensori della sua fragilità.

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