Una giornata particolare
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C’è una pianta che ha il suo giorno che è Natale ma che non si limita al Natale

Il 12 dicembre è il Poinsettia Day. Non ci direbbe nulla se questa pianta ornamentale, scientificamente chiamata Euphorbia pulcherrima, non fosse altro che la Stella di Natale...

Parole chiave: Stella di Natale (1), Una giornata particolare (117)

Il 12 dicembre è il Poinsettia Day. Non ci direbbe nulla se questa pianta ornamentale, scientificamente chiamata Euphorbia pulcherrima, non fosse altro che la Stella di Natale. Originaria del Messico, dove cresce spontaneamente allo stato selvatico potendo raggiungere un’altezza fra i due e i quattro metri, è stata introdotta negli Stati Uniti nel 1825 da Joel Roberts Poinsett (1779-1851). A questo ambasciatore americano di stanza a Città del Messico il merito fu ripagato con il nome di “Poinsettia”, che in alcune parti del mondo è storpiato in Pincettia. In realtà non mancano altri nomignoli alle diverse latitudini e longitudini come Mexican flame leaf, Winter rose, Noche Buena, Lalupatae, fiore di Atatürk (ovviamente in Turchia) e Alessandrino (per l’orgoglio greco). A mettere però tutti, o quasi, d’accordo è appunto “Stella di Natale”. Il punto di forza è certamente la bellezza legata alla fioritura che fa dimenticare perfino l’irritazione che può provocare la sostanza lattiginosa che si trova all’interno di tronco e rami. Tra l’altro, stupiti dallo splendore, rimaniamo confusi sui veri colori: giallo è il fiore, detto ciazo, con petali e sepali (elementi che formano il calice, in questo caso a coppa), mentre rosse sono le cinque brattee, le foglie che lo accompagnano e ne fanno da corona. La particolarità del periodo di fioritura a ridosso del Natale è legata al fatto che si tratta di una pianta brevidiurna: ovvero che ama le giornate corte e con poca luce, sia nell’emergere sia nel rimanere rigogliosa. Per questo il consiglio è di lasciarla per buona parte della giornata al buio: non più di otto ore alla luce del sole, nessuna luce artificiale diretta, ambiente illuminato poco e non con continuità. Sarà forse per questo che nelle nostre chiese durano spesso molto più del periodo di Natale! E in ogni caso può avere vita anche dopo. Infatti, se sta ancora bene si può continuare per tutto l’inverno a concimarla (almeno ogni quindici giorni con potassio e fosforo) e innaffiarla (quando il terreno risulta asciutto in superficie); in primavera va potata usando una lametta in modo da evitare lo schiacciamento del ramo e rinvasata in un bicchiere di acqua tiepida perché possa radicare, facendo molta attenzione essendo delicata. Se invece nel frattempo, rimanendo nelle nostre case o chiese, ha iniziato a perdere le foglie, non si tratta di buttarla subito via per forza, ma se ha buone radici si possono seguire vari passi nelle diverse stagioni: per tutta la primavera la si può lasciar vegetare in un luogo luminoso; in estate la si può esporre al sole (con gradualità per evitare che si ustioni) e continuare con innaffiamento regolare (quando le foglie diventano flosce) e concimazione (che diventa ora mensile); a fine settembre potrà essere riportata al chiuso scoprendo la sua grande capacità di riprendere la fioritura. Proprio per le sue caratteristiche di umiltà e delicatezza, capacità di rinascita e prosperità, diventa per molti il miglior augurio di Natale.

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C’è una pianta che ha il suo giorno che è Natale ma che non si limita al Natale
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