Una giornata particolare
stampa

Anche la giraffa ha il suo momento e lo vede dal punto più alto

Martedì 21 giugno si celebra la Giornata mondiale della giraffa. Mammifero originario dell’Africa, è il più alto animale terrestre, nonché il più grande ruminante esistente...

Parole chiave: Giraffa (1), Una giornata particolare (117)
Anche la giraffa ha il suo momento e lo vede dal punto più alto

Martedì 21 giugno si celebra la Giornata mondiale della giraffa. Mammifero originario dell’Africa, è il più alto animale terrestre, nonché il più grande ruminante esistente. I fossili testimoniano sette specie estinte, mentre gli studiosi si dividono nel classificare le attuali: otto specie o nove sottospecie. A distinguerle sono soprattutto le differenti macchie sul mantello, mentre ad accomunarle sono il collo e le zampe estremamente allungate, gli ossiconi (una sorta di corna) sul capo, grandi occhi neri con ciglia lunghe. Il loro fisico le rende simpatiche alle persone di ogni età, anche perché poche volte sono presentate nella loro tipica dura lotta per ottenere il potere nel branco, che prevede l’utilizzo di collo e testa. Le 97.500 giraffe oggi stimate abitano savane e aree boschive, concentrate soprattutto nella zona incorniciata tra Ciad, Sudafrica, Niger e Somalia. A loro vanno aggiunti i circa 1.600 esemplari presenti nei giardini zoologici. Risultano una specie vulnerabile all’estinzione, nonostante l’attenzione a loro prestata in varie culture: nell’Antico Egitto erano considerati animali di compagnia e avevano un loro specifico geroglifico; i Romani le collezionavano considerandole una sorta di ibrido mostruoso tra cammello e leopardo; gli Arabi le veneravano e le portarono fino in Cina. Amate e rappresentate in molte forme d’arte, gli scienziati ne hanno studiato le proprietà della pelle per creare tute per gli astronauti e i piloti di caccia, a rischio di svenimento se il sangue scende troppo velocemente lungo gli arti inferiori. Anche guardando il cielo si può riconoscere una giraffa nell’omonima costellazione, mentre alcune popolazioni tradizionali ne individuano due, un maschio e una femmina, nella cosiddetta Croce del Sud. Come per noi del maiale, anche della giraffa in Africa non si buttava via niente: la carne veniva mangiata, dalla pelle venivano ricavati scudi, sandali e tamburi, con i peli della coda venivano fabbricati vari utensili (scacciamosche, collane, braccialetti), i tendini erano utili come corde per gli strumenti musicali; inoltre alcuni sciamani usavano bruciare la pelle per trattare le epistassi con il suo fumo, mentre in Sudan veniva fatta una bevanda con il fegato e il midollo osseo. Il termine giraffa, oltre che indicare una persona “spilungona”, denota un tipo di danza eseguita dai san (popolazione dell’Africa meridionale) per trattare alcune malattie della testa ed un modello di linguaggio. Lo psicologo Marshall Rosenberg (1934-2015) scelse questo animale, il mammifero terrestre con il cuore più grande, per figurare un essere umano in connessione con se stesso e con gli altri, capace di ascoltare e per questo in grado di formulare richieste chiare e specifiche, con serenità e senza pretendere che l’altro si adegui a lui. Tutto questo al contrario di chi utilizza il “linguaggio sciacallo”, che prova a incutere paura, senso di colpa, vergogna, ma da cui deriva solo una comunicazione ambigua e poco produttiva.

Tutti i diritti riservati
Anche la giraffa ha il suo momento e lo vede dal punto più alto
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento