Spiato in tv
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Un’ora di religione... non televisiva

Il rapporto tra scuola e televisione non sempre è facile, e ancor meno è quello tra reality e materie di studio letterarie. Con Buongiorno professore Tv2000 tenta la strada della collaborazione tra queste realtà tanto diverse attraverso un angolo di visuale molto speciale come può essere l’ora di religione...

Un’ora di religione... non televisiva

Il rapporto tra scuola e televisione non sempre è facile, e ancor meno è quello tra reality e materie di studio letterarie. Con Buongiorno professore Tv2000 tenta la strada della collaborazione tra queste realtà tanto diverse attraverso un angolo di visuale molto speciale come può essere l’ora di religione. Un vero professore, infatti, Andrea Monda (nella foto), con i suoi reali alunni sale in cattedra e insegna alle nuove generazioni l’importanza della fede cattolica. Al liceo Albertelli di Roma, dopo che è suonata la campanella di fine scuola, questo insegnante mediatico, si ferma con qualche studente e ripropone, a beneficio delle telecamere, una sua lezione del mattino. Senza un copione da rispettare, si svolge un dibattito vero e proprio con peraltro inevitabili esigenze di tempo perché il programma possa risultare gradevole ai telespettatori. La stagione della messa in onda, inoltre, rispetta quella del calendario scolastico, uscendo perciò dal palinsesto televisivo durante le vacanze. Il docente-conduttore suscita nella platea, formata dai giovani alunni di materie umanistiche, tante domande sui grandi temi esistenziali che sono poi messi a confronto con la Parola di Dio. Di puntata in puntata si dipana così un lungo itinerario ben chiaro ma mai rinchiuso in uno schema rigido incapace di raccogliere le provocazioni che nascono di volta in volta. Il tipo di linguaggio spesso filosofico, infarcito di dotte citazioni, non è però subito accessibile agli iscritti a qualsiasi indirizzo di scuola secondaria di secondo grado. Talora pare di assistere più a una lezione di teologia che non all’ora di religione in una classe di adolescenti.
Più che fornire contenuti, il programma si pone quale bandiera che mira a liberare l’insegnamento della religione cattolica, garantito dal Concordato e di cui un allievo può anche scegliere di non avvalersi, dalla cattiva fama di essere un’ora cenerentola della scuola o un mero indottrinamento confessionale. Le riprese dell’aula, alternate agli spezzoni video proposti agli studenti, sono statiche, manca la spontaneità nei ragazzi, impauriti o troppo attenti a non fare figuracce. Il professore, sempre in giacca e cravatta, ha dichiarato che «i contenuti devono essere preparati in modo ricco e puntuale, ma bisogna lavorare sulla relazione con gli studenti. Senza quella, non passa niente». Il meccanismo evidentemente funziona solo in aula, perché da casa in mezz’ora di trasmissione di comunicazione con il telespettatore c’è ben poco.

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