La scuola siamo noi
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«L’ora di religione? Stimolante per crescere e per imparare a capire e dialogare»

Quanti dibattiti e quante opinioni sull’ora di religione nella scuola pubblica ho ascoltato nei miei 40 anni di insegnamento! Raramente però si è sentito parlare chi quell’ora la vive durante le proprie mattinate scolastiche: gli studenti che la scelgono.

Parole chiave: Ora di religione (2), La scuola siamo noi (17)

Quanti dibattiti e quante opinioni sull’ora di religione nella scuola pubblica ho ascoltato nei miei 40 anni di insegnamento! Raramente però si è sentito parlare chi quell’ora la vive durante le proprie mattinate scolastiche: gli studenti che la scelgono.
La sfida quindi che mi è stata posta è stata stimolante: lasciare la parola ai ragazzi e alle ragazze che se ne avvalgono. Sara precisa subito che alle scuole medie non si può parlare di scelta dei ragazzi: «Hanno scelto i miei genitori, hanno fatto bene. Questa materia è importante perché ti aiuta a ragionare su temi insoliti, ma importanti, di cui magari non puoi parlare tutti i giorni».
Irene invece affronta un problema spinoso: siamo di fronte ad un anacronismo? «L’insegnamento della religione cattolica può talvolta essere visto come un aspetto antico del sistema scolastico. Perciò, perché uno studente odierno dovrebbe scegliere di prenderne parte?». Ma la risposta che dà è altrettanto schietta: «Ho iniziato a frequentare quest’ora sin da piccola, quando ci insegnavano chi era Gesù, le azioni straordinarie da lui compiute, la sua bontà verso i bisognosi. Crescendo ho continuato questa ricerca che avanza ogni giorno con nuovi dilemmi e differenti convinzioni. Eppure, da quando ho intrapreso il mio percorso alla scuola media, l’apprendimento di questa materia è cambiato radicalmente: impariamo come affrontare il mondo attuale, come convivere con le persone e come partecipare alla vita collettiva. Si traccia un percorso di crescita che accompagna gli studenti e li assiste nelle loro situazioni quotidiane».
Si cresce quindi umanamente, ma non solo dato che le lezioni affrontano «un’ampia argomentazione sulla religione cristiana, più vicina ai nostri interessi cattolici, approfondendo le credenze religiose degli altri Paesi e delle loro culture, ricche di aneddoti che il professore illustra». Ovvio però che i ragazzi sono principalmente affascinati dalla possibilità del confronto con i coetanei, tanto che Victoria, dopo il primo anno in cui non si avvaleva dell’Irc, ha deciso di cambiare motivando la sua scelta così: «I miei compagni dicevano che c’erano un sacco di attività molto interessanti». Anche Irene ritiene che il poter parlare fra compagni di classe di tematiche che li toccano da vicino sia importante: «Un’attività che ho sentito vicina a noi alunni è stato il recente dialogo circa la realtà dei pre-adolescenti e il paragone con quella degli adulti. I dibattiti in classe sono importanti per l’esposizione del proprio pensiero e il rispetto di quello altrui».
I giudizi dei ragazzi non si fermano solo sulle modalità ma sanno dare un parere anche su tecniche e metodologie d’insegnamento. Matteo chiarisce che «le lezioni risultano essere piacevoli, coinvolgenti ed operative, lasciando interessare gli alunni grazie alle attività svolte e ai metodi di insegnamento applicati, quali cooperative learning, brainstorming, stesura di presentazioni multimediali, oltre che discussioni e dibattiti appassionanti e sinceri. Con ciò il programma didattico risulta più leggero e di facile lettura». Elisabetta conclude così: «Lo consiglio a tutti per aprire la mente e conoscere meglio il mondo».
Loris Montagnoli
Insegnante di religione alla secondaria di primo grado

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